Il prossimo 16 maggio l'Associazione nazionale magistrati sciopererà contro la riforma di mediazione Cartabia relativa a Csm e ordinamento giudiziario. Lo ha deciso la Giunta esecutiva centrale, in attuazione della mozione approvata dall'Assemblea nazionale straordinaria del 30 aprile scorso. Lo sciopero è stato dunque reso noto nello stesso giorno, anzi nelle stesse ore, in cui il testo è approdato in Commissione giustizia del Senato. Una forma di pressione sui senatori? L'Anm, con il suo stesso presidente Santalucia, ha sempre smentito che si possa trattare di questo. La decisione sarebbe arrivata oggi sia perché il Senato vorrebbe chiudere la partita entro la fine di maggio sia perché l'astensione dai processi va comunicata dieci giorni prima alla ministra Cartabia e alla presidenza del Consiglio dei ministri. Intanto oggi, il provvedimento, approvato già alla Camera, è stato incardinato a Palazzo Madama. Relatore è il presidente della Commissione Giustizia, il senatore leghista Andrea Ostellari che ha svolto una relazione introduttiva sul testo. In Senato si è poi svolta una riunione di maggioranza sul testo di riforma del Csm: al tavolo la ministra della Giustizia Marta Cartabia, il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà e i capigruppo di maggioranza. «È stato un incontro interlocutorio sui tempi - ha detto al termine il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto -. Ci sono idee diverse, tutti concordano sulla necessità di dare impulso al provvedimento. Martedì c'è una prossima riunione della commissione Giustizia, in quella sede si vedrà. Si convocherà anche una conferenza dei capigruppo. Abbiamo raccolto un po' di opinioni, vedremo come metterle insieme e trovare una soluzione». Il Partito democratico, con la responsabile giustizia Anna Rossomando, ha evidenziato come sia «necessario politicamente rispettare la data delle elezioni del Csm con la nuova legge elettorale». Ricordiamo che questa consiliatura scade il 25 settembre e si dovrebbe votare pertanto entro luglio. Mentre ci sarebbero state resistenze da parte del senatore Ostellari a voler fissare una data, questione intorno alla quale invece tutti gli altri partiti, compresa Iv, si sono allineati. Dalla Lega spiegano che il presidente Ostellari ha ribadito che per rispetto della funzione che ricopre e del ruolo del Parlamento non metterà alcuna tagliola. Tra le ipotesi in campo vi è l'approdo nell'aula del Senato per martedì 24 maggio. Tuttavia una simile decisione ha bisogno, come anticipato da Sisto, di un passaggio nella Conferenza dei capigruppo, che si riunirà martedì prossimo alle 15.30. Entro venerdì alle 12 invece i partiti potranno indicare i nomi degli auditi. Ieri è proseguita anche la discussione sulla norma di modifica dell'ergastolo ostativo. Visto che la Corte Costituzionale si riunirà il 10 maggio per trattare della questione di legittimità costituzionale della norma sull'ostativo, la Commissione starebbe valutando di chiedere formalmente alla Consulta di concedere qualche mese di tempo per consentire al Parlamento di terminare i lavori e approvare la legge in entrambi i rami.