L’economista Giuliano Cazzola spiega che «in un momento come l’attuale è impossibile fare a meno di una politica di sostegni alle famiglie e alle imprese» ma ammonisce sulla necessità di «introdurre maggiori criteri di selettività» sui prezzi dell’energia.

L’ultimo decreto da 14 miliardi è una piccola finanziaria: c’è un bonus da 200 euro per metà degli italiani, la proroga del superbonus 110 per cento e aiuti alle aziende. La convince?

In un momento come l’attuale è impossibile fare a meno di una politica di sostegni alle famiglie e alle imprese. Ma non è tutto oro quello che luccica. Gli ulteriori 14 miliardi di euro sono compensati solo in parte dal maggior gettito fiscale. Poi, è bene ricordare che, per quanto riguarda i prezzi dell’energia, il primo intervento è stato compiuto esattamente un anno fa. Certo, allora nessuno si aspettava lo scoppio di una guerra. È ora, però, di introdurre maggiori criteri di selettività. Inoltre, prima o poi occorrerà affrontare, nella misura del possibile, le cause reali dei rincari che derivano dalla inadeguatezza dell’offerta di prodotti energetici. Per esempio non risultano passi significativi compiuti nell’estrazione delle nostre risorse, siano esse il gas dell’Adriatico o il petrolio della Basilicata. Poi bisogna finirla col balletto sull’embargo.

Cioè?

Un conto è il petrolio, un altro è il gas. Mi pare che sul petrolio vi sia un accordo nell’Unione. Quanto al gas o si procede con l’embargo o si chiude il discorso. L’attuale incertezza mette soltanto in agitazione i mercati e contribuisce a gonfiare i prezzi. C’è poi il problema della conferma del superbonus al 110 per cento che sembra averlo imposto il Signore sul Sinai.

Nel testo c’è anche un articolo sul termovalorizzatore di Roma, motivo per cui il M5S non ha votato il decreto spaccando la maggioranza. Si aspetta altri strappi nel governo?

Purtroppo gli strappi sono inevitabili in contesti tanto difficili e in vista delle elezioni. Ma Gualtieri a Roma fa bene ad andare avanti. Speriamo di evitare rotture sulle decisioni più importanti di questa fase: gli aiuti e l’assistenza militare all’Ucraina.

Un’altra novità è la proroga del taglio delle accise sui carburanti, mentre Cingolani dice che saremo indipendenti da gas e petrolio russo entro il 2024. Condivide?

Ipse dixit. Certamente dobbiamo liberarci al più presto del cappio in cui abbiamo infilato volontariamente la testa. Se saremo in grado di raggiungere l’autonomia energetica entro il 2024, dobbiamo compiacerci. Ma il 2024 non è domani, soprattutto quando c’è una guerra in corso.

L’embargo sul petrolio russo da parte di tutta l’Ue entro fine anno servirà a qualcosa o soltanto i 33 miliardi di dollari americani a Kiev riusciranno a fermare Putin?

Dire che non servirà a nulla sarebbe sbagliato. Al posto degli Ucraini, però, opterei per i 33 miliardi provenienti dagli Usa. L’aggressione all’Ucraina ha cambiato lo scenario internazionale. Putin non è un “compagno che sbaglia’’, è un aggressore e un criminale di guerra. Si è rivelato un nemico infido e mortale dell’Occidente. Non ci può essere pace senza una vittoria, in nome della sopravvivenza.