La settimana scorsa, rispondendo a una interrogazione parlamentare, la ministra della Giustizia Cartabia non ha escluso una eventuale sperimentazione dell’utilizzo del Taser in carcere, almeno in caso di eventi critici. Nel frattempo, da metà marzo scorso, la pistola elettrica è arrivata in pianta stabile in 18 città. Nel 2007, l'Onu ha classificato il Taser come arma di tortura. Nel gennaio del 2020, il Consiglio Superiore di Sanità ha evidenziato come l'utilizzo di quest’arma può comportare arresti cardiaci nei soggetti destinatari, sottolineando come ciò dipenda «dalla potenza dell’arma, dalla durata della scarica elettrica e dalla sua eventuale reiterazione, nonché dalla sede del bersaglio».

Il Taser, che ricorda una pistola per forma e grandezza, si compone di due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio, ma basso amperaggio. Il dissuasore elettrico è in grado di stordire la persona colpita - sino a immobilizzarlo per alcuni secondi - senza provocare, al livello solo teorico, danni letali. Nella sua configurazione standard, la scarica del Taser dura non più di 5 secondi; sufficienti, comunque, a inviare segnali intensi al sistema neuro-muscolare della persona colpita. Questi segnali provocano grande dolore e stordiscono l’obiettivo, che non può far altro che cadere a terra, immobilizzato.

All’indomani dell’arrivo in pianta stabile dell’utilizzo della pistola, Mauro Palma, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, ha raccomandato di usare «con estrema cautela e in situazioni assolutamente eccezionali» il Taser, perché, ha ricordato «è un arma». Il Garante, inoltre, ha invitato le autorità preposte a «vigilare con grande attenzione al fine di evitarne un improprio utilizzo che può avere gravi conseguenze per la salute soprattutto dei soggetti più deboli o addirittura configurare un trattamento in violazione di obblighi nazionali e internazionali». E ha ricordato «l’obbligo del suo non impiego in luoghi chiusi privativi della libertà personale», raccomandandone «la speciale cautela nel suo utilizzo nei confronti di persone di particolare vulnerabilità psichica o comportamentale».

Come ha anche ricordato Patrizio Gonnella di Antigone, numerosi organismi internazionali che si occupano di diritti umani e di prevenzione della tortura hanno denunciato la pericolosità di questo strumento e anche il rischio che se ne abusi. Nei giorni del Black Lives Matter, in cui la polizia statunitense è sotto accusa per le violenze contro le comunità nere, la Reuters ha rilanciato una sua inchiesta in cui si appura che dal 2000 ad oggi oltre 1.000 persone sono morte nei soli Stati Uniti per l'utilizzo del Taser e che, di questi, la maggior parte erano persone nere. Un’altra ricerca, condotta da Apm Reports, sempre negli Usa nel 2019, sui Dipartimenti di Polizia di 12 città, tra le quali New York e Los Angeles, ha messo inoltre in forte dubbio l’efficacia di questo strumento.

Il Taser, secondo la ricerca, messa in risalto anche Garante, nella Relazione al Parlamento del 2020, è stato infatti efficace solo circa nel 60% dei casi e, tra il 2015 e il 2017 per 250 volte, al suo impiego non efficace è seguita una sparatoria; in 106 casi, inoltre, il suo utilizzo ha determinato un aumento della reazione violenta della persona che si voleva ridurre all’impotenza. Dunque, oltre che pericolosa, quest’arma non è neanche efficace e, come suggerisce lo studio, lo è ancora di meno in ambienti come quelli con spazi ristretti o verso persone con disagio psichico che potrebbero avere una reazione di aggressività, controllabile invece con altri mezzi.

Ricordiamo gli eventi che hanno portato alla dotazione, in pianta stabile, del Taser in 18 città. Tutto ha avuto inizio con il decreto legge n. 119/ 2014 ( Governo Renzi), che introdusse la possibilità della sperimentazione. Nel luglio 2018, l’allora ministero dell'Interno, guidato da Matteo Salvini, adotta una circolare con cui ne prevede l'avvio della sperimentazione per la gestione dell'ordine pubblico da parte di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.

Con il decreto legge n. 113/ 2018 ( art. 19) ossia il Decreto "sicurezza" di Salvini, la sperimentazione viene estesa alle forze di polizia locale nelle città con più di 100.000 abitanti, previa adozione di un apposito regolamento comunale. I periodi di sperimentazione del Taser - inizialmente solo per tre mesi - sono stati, via via, prorogati tramite decreti del ministero dell'Interno fino al 6 marzo 2019. Nel gennaio del 2020, su proposta della ministra Lamorgese, viene adottato da parte del consiglio dei Ministri un regolamento con l'intento di far entrare il Taser nell'armamento ordinario di reparto. Arriviamo al luglio del 2020. Il bando da 10 milioni di euro per fornire 4.482 Taser viene vinto dalla multinazionale statunitense Axon. Tuttavia, lo stesso mese, il Viminale emana una circolare per comunicare la ' non aggiudicazione' per ' prove balistiche non superate', di fatto bloccando la ditta, che dopo un ricorso al Tar alla fine vince l'appalto nell'ottobre 2021.

Il Taser, di fatto, è candidato a potenziali rischi di abuso, derivanti proprio dalla sua pretesa non letalità. La sofferenza provocata dalla scarica elettrica alla quale è associato, oltre alla perdita di controllo del sistema muscolare, provoca anche un dolore acuto. Nei casi più gravi c’è anche la morte per arresto cardiaco. I più vulnerabili sono le persone che hanno problemi cardiovascolari e quelle che soffrono di stress e il cui organismo è già saturo di catecolamine, gli ormoni da stress endogeni. Patologie che per chi vive recluso in carcere, sono diffusissime. In un contesto, tra l’altro, dove gli abusi non mancano. Il Taser in carcere rischia di diventare anche uno strumento pericoloso di contenimento del disagio psichico.

ERRATA CORRIGE

Nella pagina di “Lettere dal carcere” di venerdì scorso c’era un errore nel titolo. Quello corretto è: “Diritto allo studio per chi è al 41 bis: parola alla Cedu”. Ce ne scusiamo con i lettori e gli interessati