Lo scorso 1 aprile il Consiglio nazionale forense, per il tramite del capo delegazione presso il CCBE (Consiglio dell’avvocatura europea), Francesca Sorbi, ha illustrato all’Unione europea la relazione su sullo Stato di Diritto e l’indipendenza degli avvocati e degli Ordini Forensi. Un’occasione importante per fare il punto sulle condizioni in cui versa ed opera l’avvocatura italiana, partendo da un concetto base: la pari dignità che hanno i protagonisti della giurisdizione ai quali sono riconosciuti autonomia ed indipendenza.

«Non è un caso - evidenzia il Cnf - che per l'attuazione di tali principi, il legislatore italiano abbia istituito organi di autogoverno, distinti ed autonomi, per ciascuna delle due categorie fondamentali per il corretto funzionamento del sistema giurisdizionale: il Consiglio superiore della magistratura, come organo istituito per garantire l'indipendenza e l'autonomia dei Giudici; l'Ordine degli avvocati, al quale sono affidati alcuni specifici compiti di controllo ed organizzazione, tesi anche a garantire l'autonomia e la piena indipendenza degli avvocati (e degli Ordini stessi).

In particolare, il Consiglio Nazionale Forense è stato istituito dalla Legge come istituzione apicale (nazionale) del sistema di regolamentazione dell’attività forense in Italia. È investito, tra l’altro, di una funzione giurisdizionale per le violazioni delle norme deontologiche commesse dagli avvocati, così come ad esso è riservato il compito di intervenire presso l’Autorità giudiziaria a sostegno degli avvocati, qualora la loro funzione possa risultare ostacolata» .

Le direttrici lungo le quali si è sviluppata la relazione di via Del Governo Vecchio hanno riguardato l’autonomia patrimoniale e finanziaria come prerequisito dell'indipendenza degli avvocati, la segretezza e riservatezza delle conversazioni tra avvocati e clienti e tra avvocati, l’interferenza dei giudici che può implicare l’interruzione della funzione di difesa. Queste stesse direttrici rappresentano degli indicatori preziosi per monitorare lo stato di salute dell’avvocatura ed il diritto di difesa.

Il Cnf ha voluto sottoporre all’Ue, in tema di autonomia patrimoniale e finanziaria, «la tendenza ad equiparare gli Ordini degli avvocati agli enti pubblici». Un approccio che determina una imposizione di oneri «sproporzionati nei confronti dei singoli avvocati». Con parere del 22 ottobre 2021, il Consiglio nazionale forense ha voluto difendere la peculiarità dei servizi legali affidati agli avvocati affermato, sottolineando il principio dell’intuitu personae, «elemento essenziale del mandato dell'avvocato, anche nel caso di un affidamento conferito dalle Pubbliche amministrazioni o da enti Pubblici».

«Il parere - sostiene il Cnf - si riferisce ad una prassi recentemente consolidata dalle Pubbliche amministrazioni/ Enti pubblici che assimilano gli obblighi degli avvocati a quelli tipicamente previsti per le società private, nell'assegnazione di servizi legali mediante appalti pubblici. Secondo la delibera n. 303 dell'Anac del 1° aprile 2020, per ottenere l'incarico professionale o il pagamento nell'ambito di un contratto di appalto pubblico, gli avvocati devono produrre un certificato attestante la regolarità dei contributi previdenziali ( il Durc) nell’ambito degli appalti pubblici».

Particolarmente interessanti le osservazioni in merito alla realizzazione del diritto di difesa, tenendo conto della segretezza e riservatezza delle conversazioni e l’interferenza dei giudici. Vengono a tal riguardo riportati alcuni casi che hanno destato clamore. Si pensi a quello di un penalista del Foro di Roma, sottoposto ad intercettazioni per più di due anni, partendo da un'indagine relativa alla sua presunta partecipazione ad una associazione per delinquere con i suoi assistiti. Una “prassi disfunzionale” tendente ad affermare un «metodo d’indagine che non rispetta le prerogative della difesa, né la presunzione di innocenza».

Particolare attenzione viene rivolta al caso dell'avvocato Nicola Canestrini, iscritto all'Ordine degli Avvocati di Rovereto. Il legale ha scoperto nei file d’indagine le intercettazioni delle conversazioni telefoniche avute con il proprio assistito in merito alla strategia difensiva da seguire in una fase delicata del processo. «In relazione a tale vicenda scrive il Cnf -, e motivato dal fatto che non si tratta di un episodio isolato, l’avvocato Canestrini ha presentato ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo, lamentando la violazione della riservatezza delle comunicazioni fra difensore e cliente e sostenendo che la tutela di tale principio rappresenta un elemento fondamentale del diritto di difesa, tutelato all’articolo 24 della Costituzione italiana».

Il documento presentato a Bruxelles richiama un articolo del Dubbio sul caso Canestrini. Ultimo, ma non ultimo, il tema dell’interferenza dei giudici che può implicare l’interruzione della funzione di difesa. Il Cnf parla di «deriva inquisitoria nella fase centrale dell'udienza con l’emergere di comportamenti che connotano un eccesso dell’uso del potere discrezionale del Giudice, se non un abuso di potere, e consistenti nel limitare i diritti della difesa in fase di esame e contro esame, impedendo, ad esempio, di porre domande o escludendo arbitrariamente la loro rilevanza».

Tra i casi segnalati quello degli avvocati Borzone e Capra. Durante un’udienza, un giudice ha interrotto senza troppi convenevoli il controesame dei testi, neutralizzando, di fatto, l’attività difensiva. A Lecce, invece, un altro avvocato ha deciso di rinunciare al proprio mandato, poiché si è trovato in palese disaccordo con la condotta del Giudice e ha ritenuto «negato il corretto esercizio delle proprie funzioni nel corso di un procedimento».

«Esemplare - conclude la relazione del Cnf - sembra anche essere il caso occorso nel Tribunale di Crotone, dove un Giudice, adducendo necessità di accelerare i tempi procedurali, ha interrogato le parti sostituendosi all'avvocato difensore, in violazione dell'articolo 506 del Codice di Procedura Penale». Il 2022 è iniziato registrando altri casi di compressione del diritto di difesa. Di sicuro saranno oggetto di disamina nel report del prossimo anno.