Incredibile ma vero: stamattina finalmente la commissione Giustizia della Camera sarà in grado di iniziare a votare il testo di riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. «Abbiamo i pareri del governo su 11 proposte emendative presentate dai gruppi al testo approvato in Consiglio dei ministri», ha detto il presidente della commissione Mario Perantoni, deputato del M5S. Intanto ieri si è tenuto un nuovo incontro tra la ministra Marta Cartabia e i capigruppo Giustizia di maggioranza, inclusi alcuni senatori. Non si è andati “ad oltranza” come aveva prospettato la guardasigilli: rompete le righe nel primo pomeriggio, con i nodi principali ancora irrisolti, a partire dal “sorteggio temperato”, sostenuto da FI, Lega e Iv.

Sul tavolo c’è un altro tipo di sorteggio, quello sulla formazione dei collegi elettorali, proposto da alcuni deputati leghisti. Potrebbe essere il punto di partenza per oggi: ci si riunirà nuovamente alle 9, quindi dovrebbe esserci il voto. Bisogna correre, la riforma è stretta da tre scadenze: il 19 aprile è calendarizzato l’esame in Aula (dopo che sono saltate le precedenti date del 28 marzo e dell’ 11 aprile), il 12 giugno c’è il voto sui referendum ma, soprattutto, agli inizi di luglio si dovrebbero tenere le elezioni del Csm.

A premere sull’acceleratore è stato per l’ennesima volta il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che, qualche giorno fa, a proposito del Csm ha ribadito: «È necessario, e di grande urgenza, approvare nuove regole per il suo funzionamento, affinché la sua attività possa pienamente mirare a valorizzare le indiscusse professionalità di cui la magistratura è ampiamente fornita». E in vista dell’obiettivo, ha detto ieri Perantoni, «è evidente che occorre ancora un supplemento d’impegno da parte di tutti, per risolvere le criticità aperte e chiudere rapidamente il lavoro in commissione: l’approdo in aula è previsto per il 19 e non sono pensabili ulteriori rinvii».

La maggioranza intanto ha condiviso, col parere favorevole di Cartabia, due emendamenti del deputato e vicesegretario di Azione Enrico Costa. Il primo riguarda una nuova sanzione per il pm che induce l’emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale fuori dei casi previsti dalla legge, omettendo di trasmettere al giudice, per negligenza grave ed inescusabile, elementi rilevanti ai fini della decisione.

L’altro prevede l’istituzione del fascicolo informatico di performance del magistrato, fortemente auspicato anche dall’Unione Camere penali, che contiene, tra l’altro, per i pm, l’indicazione dei procedimenti loro assegnati, i tempi di definizione, l’esito con particolare riferimento alla percentuale di assoluzioni, la percentuale di accoglimento delle richieste di rinvio a giudizio e di quelle di misure cautelari, il numero delle assoluzioni impugnate e confermate nel grado successivo, il numero di ingiuste detenzioni su misure cautelari richieste. Il vicesegretario di Azione ha dichiarato: «Nella riunione di maggioranza il clima è stato costruttivo: c’è la consapevolezza comune che non si può approdare a una riforma timida. Da parte nostra abbiamo evidenziato lo spirito degli emendamenti presentati da Azione, finalizzati a colpire i vizi capitali del sistema: il correntismo, i passaggi dalle funzioni di pm a giudice, disciplinare che fa acqua, magistrati tutti promossi, responsabilità civile senza responsabili, porte girevoli con la politica, una miriade di fuori ruolo».

Anche per il 5S Eugenio Saitta «il clima è stato costruttivo». Ma a rompere la serenità del post incontro con la guardasigilli ha provveduto il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri, da qualche giorno finito nel mirino di AreaDg: «Iv non è soddisfatta dell’incontro», ha detto il magistrato in aspettativa, «non ci sono per ora grandi aperture, non sono stati risolti i nodi cruciali della riforma, come sorteggio temperato e fuori ruolo.

Sulle porte girevoli si vogliono tutelare solo alcune posizioni amministrative che hanno in realtà ruoli politici significativi. Sui fuori ruolo si vogliono limitare solo i magistrati ordinari e non quelli amministrativi. Dalla ministra ci sono state poche aperture», ha aggiunto Ferri, «molte di forma e poche di sostanza. Domani (oggi, ndr) si affronterà il tema del sorteggio temperato. Ci diranno che è incostituzionale, quando la stessa Anm ha indetto un referendum votato da quasi duemila magistrati. Italia Viva ritiene che per una riforma così importante non si possa andare avanti con la fiducia. Fin dall’inizio, con chiarezza, Iv ha chiesto di garantire la lettura al Senato».