Tra le delibere del prossimo Plenum, previsto per il 6 aprile 2022, c’è anche il ricorso al Tar del Lazio, presentato dal magistrato Camilla Di Iasi, avverso la nomina di Margherita Cassano come presidente aggiunto della Corte di Cassazione. La quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha invitato l’Avvocatura generale dello Stato a costituirsi in giudizio contro la ricorrente, invocando che il ricorso venga dichiarato inammissibile dal giudici amministrativi del Lazio «e, in via subordinata, che sia dichiarato infondato nel merito».

Presidente aggiunto della Cassazione, il magistrato Camilla Di Iasi presenta reclamo

La quinta commissione, con l’astensione di Sebastiano Ardita e Michele Ciambellini, ha votato per contrastare l’istanza del magistrato Camilla Di Iasi. Nel reclamo, si legge, che «la delibera del 20 gennaio 2022 è viziata da illegittimità derivata perché essa sarà inevitabilmente travolta dall’efficacia viziante derivante dall’annullamento della delibera del 15 luglio 2020 per effetto dell’accoglimento dell’appello pendente. In conseguenza dell’annullamento della precedente delibera la comparazione tra la dott.ssa Di Iasi e la dott.ssa Cassano dovrà, infatti, essere ripetuta, sicché “le conclusioni cui è pervenuto l’organo di autogoverno nella nuova comparazione non potranno continuare a reggere il governo dell’ufficio a concorso, che dovrà nuovamente essere valutato in sede di nuova comparazione"».

La quinta commissione del Csm: «Gli argomenti non sono chiari»

Secondo la quinta commissione, invece, «gli argomenti addotti a sostegno di un interesse ad impugnare la delibera del 20 gennaio 2022 e della sua illegittimità per invalidità derivata non sono chiari. Sembra di comprendere che l’interesse ad impugnare la delibera del 20 gennaio 2022 si colleghi all’interesse ad ottenere una pronuncia di merito da parte del Consiglio di Stato nel giudizio di impugnazione proposto avverso la sentenza del T.A.R. che ha rigettato il ricorso proposto dalla dott.ssa Di Iasi contro la delibera del 15 luglio 2020. E tanto sul presupposto, pur non del tutto esplicitato, che la dott.ssa Cassano ricopre l’incarico di Presidente Aggiunto sulla base della nuova delibera, sicché l’eventuale acquiescenza rispetto a quest’ultimo renderebbe inammissibile l’impugnazione pendente in quanto avente ad oggetto la delibera del 15 luglio 2020, ormai superata» si legge nella delibera.

Resistere, resistere, resistere...

«A sostegno dell’illegittimità per invalidità derivata della nuova delibera è stato invece prospettato un rapporto di presupposizione con la delibera del 15 luglio 2020, la cui illegittimità è stata argomentata sulla base della sentenza che il Consiglio di Stato prossimamente dovrà emettere e che accoglierà l’appello proposto dalla dott.ssa Di Iasi ( “.. il provvedimento che ricolloca la controinteressata nell’ufficio di Primo Presidente Aggiunto è viziato da illegittimità derivata poiché, non tenendo conto della pendenza dell’appello proposto dalla ricorrente, resterà travolto dall’efficacia viziante derivante dall’auspicato accoglimento del ripetuto appello e del conseguente annullamento della nomina della dott.ssa Cassano”)”. Ma per la quinta commissione, la delibera ratificata dal Plenum lo scorso gennaio 2022, già impugnata dal magistrato Angelo Spirito contro l’attuale presidente della Cassazione, Pietro Curzio, non è viziata da alcun rilievo. Insomma, il Csm resiste…