Se pure il clima ieri mattina tra la ministra e i capigruppo di maggioranza in commissione Giustizia della Camera è sembrato più sereno rispetto a quello di due giorni fa, restano due problemi politici sul tavolo della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Il primo: Lega e Italia Viva hanno ribadito di non voler garantire la continuità dei lavori al Senato. Ciò significa un terzo passaggio della riforma alla Camera e la quasi certezza che il nuovo Csm andrebbe eletto con la stessa legge elettorale di adesso. Sarebbe davvero una sconfitta per la politica: da due anni ormai si reclama un nuovo sistema elettorale per scongiurare le distorsioni del correntismo.

Lo stesso Mattarella lo scorso novembre indirizzò l’ennesimo monito alle forze di maggioranza e al governo: «Il dibattito sul sistema elettorale per i componenti del Consiglio superiore deve ormai concludersi con una riforma che sappia sradicare accordi e prassi elusive di norme». Tuttavia neanche si potrebbe addossare l'eventuale responsabilità della debacle a Lega e Iv perché la loro è pur sempre la difesa di una legittima prerogativa del Parlamento, quella di discutere le riforme, troppo spesso passate a colpi di fiducia.

Il secondo problema politico riguarda le proposte avanzate sul sorteggio da Forza Italia e Lega, sulla responsabilità diretta dei magistrati ( sostenuta da Azione) e sull'incandidabilità dei parlamentari in carica a consiglieri Csm (promossa dal M5S). Secondo Cartabia sono tutte incostituzionali, e per questo il parere che la ministra intende darne sarebbe negativo, ma per ora gli emendamenti non sono stati ritirati. Eppure ci sono margini di soluzione, come ci spiega il capogruppo 5S in commissione Eugenio Saitta: «Noi saremmo disposti a ritirarlo ma in un'ottica di maggioranza in cui ognuno fa un passo indietro per trovare una sintesi». Ieri, dalle 11.30 alle 14, è stato affrontato per diverso tempo il tema delle porte girevoli. Sempre Saitta ci dice: «La nostra impostazione, volta ad escludere il ritorno nelle funzioni giurisdizionali anche per i magistrati che sono stati ministro, sottosegretario, assessore regionale, assessore comunale ha trovato ampio consenso nella maggioranza. Quindi da questo punto di vista si va verso una convergenza sul nostro emendamento».

Sulla possibilità che a luglio il Csm si rinnovi con la stessa legge elettorale: «Sarebbe gravissimo: per quanto ci riguarda noi facciamo costanti riunioni con Conte e i colleghi del Senato per lavorare in piena sinergia tra i due rami del Parlamento. Per risolvere la situazione ho proposto che siano i capi politici a riunirsi per trovare una sintesi». Nonostante questo scenario, per Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione, «abbiamo fatto dei passi avanti su molti temi», in particolare, appunto, «sulle porte girevoli, su cui si sono trovati dei punti di sintesi abbastanza validi». Anche «sulla separazione delle funzioni si discute in maniera costruttiva: l'emendamento Zanettin, che prevede un solo passaggio dopo i primi 5 anni, rappresenta una buona base di partenza».

E la ministra sarebbe d'accordo sull’ipotesi che prima di diventare pm si debba svolgere un’esperienza da giudice. Bazoli aggiunge che «c'è l’idea di un ammorbidimento delle regole per capi di gabinetto e capi degli uffici legislativi: si valuta una riduzione del periodo nel quale devono stare fuori dall'esercizio delle funzioni». Invece si va verso una «maggiore stretta sui candidati non eletti, per cui ci sarebbe un divieto assoluto di tornare a svolgere le funzioni nella circoscrizione o distretto nel quale si sono candidati».

Infine, il responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa riguadagna terreno sulla sanzione disciplinare per chi non rispetta le norme sulla presunzione di innocenza: «Si sono schierati tutti, Lega, Iv e FI, a sostegno del mio emendamento. Il Pd ha ritirato il proprio, che avrebbe indebolito le sanzioni». Sull'emendamento giudicato incostituzionale dalla ministra chiude: «Sono disposto a ritirare quello sulla responsabilità diretta dei magistrati a patto che venga irrigidita la responsabilità civile, sui cui ho presentato un’altra proposta». Prossima riunione con la ministra domani, stamane torna in aula l'ergastolo ostativo.