Via libera del Consiglio superiore della magistratura al collocamento fuori ruolo di Carlo Renoldi, giudice della Corte di Cassazione, per essere nominato, su proposta della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il plenum ha approvato a larga maggioranza la delibera della terza commissione che dispone il fuori ruolo per Renoldi. Tre sono state le astensioni: dei consiglieri togati Nino di Matteo e Sebastiano Ardita e del laico M5s Fulvio Giigliotti, mentre ha votato contro Stefano Cavanna, della Lega. Sulla nomina si esprimerà ora il Consiglio dei ministri. «Siamo a parlare di una fuoriuscita dalla giurisdizione per un magistrato richiesto dal governo per svolgere funzioni fuori ruolo. Richiesta legittima, ma nel caso particolare mi sembra doveroso fare anche una valutazione di opportunità perché una figura di questo tipo non può che essere divisiva e, quindi, dovendo valutare il Csm la utilità per la Magistratura ed i riflessi sulla sua immagine, dello specifico fuori ruolo, io non voterò a favore, anzi voterò contro», ha detto in plenum il consigliere laico Cavanna, spiegando il suo no alla delibera che autorizza il fuori ruolo per Renoldi. «Premetto che sono contrario all’attenuazione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo e non condivido le critiche espresse dal dottor Renoldi all’antimafia militante. Ma vorrei estendere lo spazio del ragionamento», ha sottolineato il togato Sebastiano Ardita, che si è astenuto. «Le scelte vanno sempre analizzate ex post e non ex ante. La realtà carceraria è come un edificio in fiamme. All’ultimo piano si trova il 41bis ma alla base, dove trova posto la gran parte dei detenuti, vi sono ingovernabilità, inciviltà e mancanza di regole. Dentro le carceri - ha denunciato Ardita - ci sono pezzi in cui non comanda lo stato. Serve riportare le regole e la civiltà del diritto e salvaguardare gli operatori che si battono ogni giorno per l’esecuzione della pena. Non credo e anzi sono sicuro che questo obiettivo non sarà influenzato dalle diverse prospettive culturali dichi avrà la responsabilità del Dap». Voto a favore per la togata di Magistratura indipendente Loredana Miccichè «non spetta a noi fare scelte di merito che competono alla politica; a noi - ha spiegato - è demandata una valutazione molto stretta sulla natura dell’incarico e l’interesse della giustizia ad avvalersi della professionalità del dottor Reinoldi, magistrato che ha un percorso professionale di assoluto rigore, da lui ci aspettiamo tutti una gestione efficace ed efficiente del Dap».