«L'ha detto Marco Travaglio». Il direttore del Fatto quotidiano è sempre stato un punto di riferimento per il mondo pentastellato. Ma da quando Gianroberto Casaleggio non c'è più e Beppe Grillo ha optato per il passo di lato, il giornalista è diventato l'unico punto fermo per i grillini più battaglieri. La linea del Movimento 5 Stelle passa per le colonne del Fatto. Che sia per bombardare il «governo dei migliori», per impallinare Luigi Di Maio il «traditore» di Giuseppe Conte o per mettere in discussione il Green Pass non importa, se lo dice Travaglio significa che è giusto. L'apostolo più fedele del direttore è ovviamente Alessandro Di Battista, più grillino di Grillo ed ex (ma non troppo) pentastellato. Un giorno sì e l'altro pure, il leader scapigliato sponsorizza sui suoi canali social gli editoriali del direttore, perché «io non avrei saputo dirlo meglio», ripete spesso. Ma finché è Dibba, a lungo collaboratore del Fatto, a diffondere il verbo nulla di strano. Solo che negli ultimi tempi l'ala “travagliana” del Movimento sembra espandersi. Così, ecco Virginia Raggi, da tempo incastrata su posizioni similnovax, trincerarsi dietro all'editoriale del direttore per rafforzare il proprio punto di vista. «È una questione di buonsenso e Marco Travaglio l’ha esposta in un suo editoriale che condivido: oggi scatta l’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro per gli over 50, una misura decisa il 7 gennaio (circa 40 giorni fa) prima del crollo, ad oggi evidente, dei contagi», premette l'ex sindaca di Roma su Facebook. «Altri paesi, Spagna e Portogallo ad esempio, stanno riaprendo senza aver mai adottato l’utilizzo delle carte verdi dimostrando dati alla mano che l’utilizzo di questa misura è pressoché inutile», aggiunge Raggi, che neanche in campagna elettorale ha voluto chiarire agli elettori la sua posizione in merito ai vaccini, attirando le critiche di detrattori e avversari politici. Perché esprimere dubbi, anche sul vaccino, non è lesa maestà, l'importante è esporli alla luce del sole per chi si propone al governo della cosa pubblica. E Raggi ha sempre preferito sorvolare, ma ieri ha approfittato dell'articolo di Travaglio sul Green Pass per esprimere qualche opinione. «Saranno almeno 1,5 milioni i lavoratori che potrebbero rimanere a casa senza reddito in un paese che non riesce a ripartire perché zavorrato da un provvedimento che sta alimentando divisioni sociali, vax contro no vax», argomenta l'ex sindaca. «Un provvedimento che, tra le altre cose, sta disincentivando il turismo. È il momento di guardare in faccia la realtà. Poniamoci una domanda: è necessario il Green Pass rafforzato obbligatorio per gli over 50? La risposta è no». Finalmente una risposta chiara. Tanto, l'ha detto Travaglio.