«Alla fine di marzo l’Aula di Montecitorio dovrebbe cominciare l’esame della riforma dell’ordinamento giudiziario», annota l’ex presidente della Camera Luciano Violante in una analisi su la Repubblica, e «l’obiettivo comune a tutti è la eliminazione del peso improprio delle correnti, per garantire la indipendenza del singolo magistrato da centri di potere interni al Csm» ance se ora «occorre chiarire una questione chiave», ovvero che «al Csm la Costituzione non attribuisce alcuna funzione di governo della magistratura-istituzione; affida invece, e nel rispetto delle norme dell’ordinamento giudiziario, tutte le decisioni che riguardano la vita professionale dei singoli magistrati. E solo queste. Pertanto non si deve eleggere una maggioranza, ma una rappresentanza, il più vasta possibile, delle opinioni interne alla magistratura, che si intreccerà con la rappresentanza delle opinioni sulla giustizia presenti nella società e nel mondo politico, espressa dai componenti eletti dal Parlamento» mentre «Il documento presentato da Forza Italia in Consiglio dei ministri propone, per limitare il peso anomalo delle correnti, e garantire quindi la indipendenza interna, che i magistrati votino solo candidati estratti a sorte». «L’intento è condivisibile», osserva Violante, «ma la proposta non sembra conseguire lo scopo. Il condizionamento anomalo delle correnti si esercita soprattutto al momento del voto degli elettori e nel quotidiano esercizio delle funzioni del Csm». Osserva e conclude Violante: «Una volta che i candidati siano estratti a sorte, è prevedibile che scattino intese, nelle correnti e tra le correnti, per scegliere quelli da favorire. E gli eletti non potranno che essere grati a chi li ha portati a Palazzo dei Marescialli. La proposta, inoltre, appare incostituzionale. La Costituzione parla espressamente di elezione, che è scelta individuale e razionale, tanto da parte dell’elettore quanto da parte del candidato. Il sorteggio si fonda invece sulla casualità».