Da stamattina alle 8 fino alle 17 di domani gli iscritti all'Anm saranno chiamati a votare per il referendum consultivo su due quesiti afferenti al sistema elettorale del Csm di prossima, si spera, modifica legislativa. Nel primo si chiede agli associati se vogliano il sorteggio, nel secondo se prediligono un sistema a ispirazione maggioritaria o proporzionale.

Riforma del Csm, la posizione di Articolo 101

Tale consultazione è stata fortemente voluta dalla corrente Articolo 101. Per il loro esponente in Anm, il dottor Andrea Reale, «c'era già stato nel 2016 un referendum su iniziativa di 300 iscritti, ma questa è la prima volta che lo indice il Comitato direttivo centrale. Questa è la novità importante non solo per il momento storico che stiamo vivendo, ma soprattutto per il contenuto dei quesiti. Troppe volte il metodo del sorteggio è stato tacciato di incostituzionalità: invece per la prima volta i magistrati potranno esprimersi. Noi riteniamo che attualmente sia l'unico modo per cercare di recidere qualunque genere di legame delle correnti all'interno del Csm».

Tuttavia, sembra che non passerà: «Ne siamo consapevoli. Ma siamo forti del fatto che l'Anm non potrà dire più che la magistratura non vuole il sorteggio perché, anche se minoranza, c'è una parte di essa che lo appoggia. Fino a poco fa era un tabù poter discutere di sorteggio nell'Anm: oggi lo abbiamo posto come tema di tipo culturale e di politica giudiziaria associativa sia al suo interno sia soprattutto all'esterno, atteso che anche la politica ha recepito questa proposta riformista. Ci auguriamo che possa farla propria, anche a prescindere dall'esito del referendum Anm. È l'unica concreta possibilità di reale cambiamento auspicabile per il governo autonomo della magistratura».

Csm, cosa sostiene magistratura indipendente

Contrario al sorteggio ma soddisfatto per il dibattito interno è Angelo Piraino, Segretario di Magistratura Indipendente: «Premesso che il metodo referendario è sempre importante perché consente di avere un dialogo diretto con la base, tuttavia, in questo caso, la mia perplessità nasce dal fatto che si tratta di un tema complesso ridotto a quesiti molto essenziali. Comunque, al di là dell'esito, è stata una occasione per innescare al nostro interno un confronto e rilanciare lo spirito associativo, come luogo di riflessione congiunta intervenendo in un momento di stanchezza dell'attività, in quanto diversi magistrati non nutrono più grande fiducia nell'Anm». Sul merito dei quesiti, dice Piraino, «non si può però rinunciare ad una libertà fondamentale, come quella di candidarsi. Quindi bisogna trovare un'altra strada, diversa da quella del sorteggio. Noi siamo favorevoli ad un sistema maggioritario che preveda collegi più piccoli per dar voce ai territori e non soltanto alle correnti in sede centrale, il cui eccessivo interventismo nella scelta dei candidati sarebbe agevolato, invece, da un sistema proporzionale che prevede necessariamente delle liste».

Riforma del Csm, l'opinione di Autonomia e Indipendenza

Anche per il consigliere del Csm Giuseppe Marra, di Autonomia e Indipendenza, «è sicuramente ottima l'iniziativa del referendum consultivo. Il risultato credo possa rappresentare una indicazione molto utile per la politica visto che è in una situazione di stallo, considerato anche che la proposta Cartabia non ha suscitato piena condivisione neanche all'interno delle forze di maggioranza». I pronostici dicono che il sorteggio non passerà. Se così sarà, dice Marra, «fare una legge con la contrarietà della gran parte della magistratura associata sarebbe un grosso errore politico».

Nel merito dei quesiti Marra si dice «contrario al sorteggio». A suo giudizio, inoltre, «il vero punto cruciale è il collegio unico nazionale che non consente a chi non ha l'appoggio del gruppo organizzato di poter essere eletto». Tra un sistema a ispirazione maggioritaria o proporzionale, «il secondo è quello migliore perché garantisce la rappresentatività delle varie anime della magistratura. Ove non si potesse arrivare al proporzionale, il modello migliore sarebbe quello maggioritario, con un recupero proporzionale, però su un distretto piccolo, dove anche il magistrato che non ha l'appoggio di un gruppo può concorrere alla pari».

Csm, parla Unicost

Per Mariarosaria Savaglio, Segretario nazionale Unicost, «il sorteggio, anche nella sua forma temperata, della componente togata del Csm appare incostituzionale, ma al di là di questo appare una soluzione avvilente che andrebbe a minare ancor di più la credibilità del corpo giudiziario; una resa incondizionata a coloro che ritengono che il potere giudiziario non debba essere indipendente e autonomo, a garanzia di tutti i cittadini, ma tenuto sotto controllo dal potere esecutivo. Inoltre, il voto è responsabilità, per l’eletto e l’elettore, è proprio in tempo di crisi occorrerebbe rifuggire da qualsiasi soluzione semplicistica che deresponsabilizzi. Quello della formula elettorale da prediligere è un discorso più complesso, anche perché sono diverse le variabili che entrano in gioco e fanno la differenza. Di certo l’opzione proporzionale esprime l’esigenza, che è propria dell’organo, che tutte le diverse anime della magistratura siano rappresentate. Un buon sistema elettorale è quello che tiene innanzitutto conto delle esigenze dell’organo e non mira, invece, a fini eterogenei e di parte».

Riforma del Csm, cosa dice AreaDg

Il Coordinamento di Area Democratica per la Giustizia si è espresso tramite una nota: «Si tratta di una scadenza importante per la magistratura, per l’effetto che l’esito della consultazione potrebbe avere sulla scelta che il Parlamento sarà chiamato ad effettuare in merito proprio alla modifica del sistema elettorale del Consiglio. Sarà fondamentale che l’esito del referendum non si presti alle strumentalizzazioni, che parte del mondo politico è pronto a mettere in atto, al fine di ridimensionare il ruolo del Csm e ridurre di conseguenza l’autonomia di cui gode la magistratura».

Nel merito, aggiunge AreaDg, «riteniamo che il sorteggio, comunque temperato o edulcorato, oltre ad essere incostituzionale, sia il peggior sistema possibile. Scegliere tale opzione equivarrebbe ad ammettere che i magistrati non sono in grado di designare i propri rappresentanti nell’organo di governo autonomo». Si dicono «contrari alla scelta in favore di sistemi maggioritari, come quello vigente e come quello proposto dalla Ministra Cartabia» e «invece favorevoli a sistemi di tipo proporzionale o che, comunque, contemplino un forte recupero della rappresentanza in chiave pluralistica».

Csm, il commento di Magistratura Democratica

D'accordo con il proporzionale anche l'esecutivo di Magistratura Democratica che rivolge agli associati un appello pubblico: «A febbraio sono al vaglio della Consulta, tra gli altri, i referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla separazione delle carriere. Il Consiglio di Stato azzera, una settimana prima della inaugurazione dell'anno giudiziario, le nomine dei vertici della Cassazione. I compromessi politici, che hanno pesato sulla riforma della giustizia, hanno prodotto delle soluzioni che non ci hanno visto stimati quali interlocutori, senza, tuttavia, che il nostro impegno sia scemato nella voglia di elaborare nuovi spazi di intervento per utilizzare ogni risorsa che ci sarà consegnata. Aleggia su di noi la possibile nomina di un Capo dello Stato, Presidente del Consiglio superiore della magistratura, che avrà le fattezze di chi ci vuole “geneticamente modificati”. Nello scenario delle proposte politiche, esterne ed interne alla magistratura, avanza come soluzione il sorteggio dei candidati al Csm, quale unico antidoto al metodo delle chat e del carrierismo». Per questo dicono «no al sorteggio, sì al proporzionale».