Secondo Eugenio Albamonte, segretario di “AreaDg”, dietro i toni “trionfalistici” della ministra Marta Cartabia si nascondono diverse criticità: le misure messe in campo addirittura potrebbero allungare i tempi dei processi, e persiste, nonostante le rassicurazioni della guardasigilli, il timore per un abbassamento della qualità delle decisioni a causa della iperproduttività reclamata dall'Europa.

La relazione della ministra offre l’occasione per un bilancio del suo operato. Lei come lo vede

Sicuramente si sono aperti molti cantieri e bisogna dare atto alla ministra di aver messo in piedi, in un breve periodo di tempo, molte iniziative. Tuttavia credo si sia dato per scontato che attraverso tali iniziative i problemi siano già risolti o comunque seriamente avviati a soluzione. Invece siamo ben lungi dall’aver conseguito i risultati descritti, ma anche dalla certezza che si raggiungeranno in futuro. Quindi, in sintesi, ho trovato l'esposizione della relazione eccessivamente trionfalistica.

A cosa si riferisce in particolare?

Ad esempio al tema dei tempi ragionevoli del processo. Non mi esprimo sul civile, che non conosco. Sicuramente per quel che concerne il penale le misure messe in campo non accelerano i tempi dei procedimenti, che rischiano addirittura di potersi allungare in alcuni passaggi.

Proprio con lei, in una recente intervista, abbiamo parlato del rischio che l’iperproduttività reclamata dall’Europa infici la qualità delle decisioni. La ministra ha assicurato che non sarà così.

Io invece continuo a essere molto preoccupato per questo aspetto. Se si mette mano solo alle accelerazioni dei tempi e non anche alla quantità degli affari giudiziari, è inevitabile che la qualità scemerà. D’altronde ne abbiamo avuto un esempio nella giurisprudenza della Cassazione: quando si è cercato di accelerare i tempi di definizione dei ricorsi, abbiamo ottenuto un risultato positivo in termini di riduzione della durata ma un altro, non altrettanto positivo, nella difficoltà di mantenere alta la qualità di tutte le decisioni.

Le riforme non sono le migliori possibili ma sono frutto di compromessi, ha ammesso la ministra.

Ci sono delle mediazioni alte e dei compromessi bassi. A me sembra che per alcuni passaggi, come quello sull’improcedibilità, siamo nel campo dei compromessi bassi. La domanda è se questo dipenda dalla ministra o dall’incapacità dei partiti di maggioranza di rinunciare alle loro propagande in materia di giustizia. La risposta che mi do è che tale responsabilità non sia da attribuire alla guardasigilli.

Sul capitolo tanto importante della riforma del Csm, Cartabia ha ricordato solo a che punto siamo.

Comincio a disperare che si possa mettere effettivamente mano alla riforma. Ormai siamo a ridosso della scadenza del rinnovo del Consiglio e neanche abbiamola nuova legge elettorale. Figuriamoci per tutto il resto della riforma quanto sarà complicato discuterne in Parlamento, con i tempi stretti che si hanno dinanzi. Sarà complesso esercitare la delega. L’impressione è che il tema sia stato accantonato perché divisivo, in un momento così delicato che ci avvicina all'elezione del nuovo presidente della Repubblica.

A proposito di legge elettorale, si avvicina il referendum sul sorteggio voluto da Anm: Area cosa dice

Voteremo no al sorteggio, anche a quello temperato.

Ieri il Csm ha confermato Curzio e Cassano. Come legge la presenza di Mattarella?

Traggo il significato della sua presenza dalle sue stesse parole, ossia l’apprezzamento per la tempestività con cui la V Commissione ha riformulato le proposte e il plenum ha assunto le deliberazioni, che anche io ho personalmente approvato. Dunque sono contento che sia giunta anche da parte di Mattarella la condivisione di questo scatto di orgoglio del Consiglio.

Però alcuni consiglieri hanno votato contro.

La decisione del Consiglio di Stato, che ha dimostrato di essere un po' invadente nelle competenze del Consiglio, scivolando da una valutazione di legittimità a una di merito, non poteva che essere quella di invitare il Csm a motivare diversamente le proprie scelte. Il Consiglio questo ha fatto: mi sorprende che anche chi in precedenza aveva votato queste nomine oggi ( ieri, ndr) abbia deciso di esprimersi diversamente. Non vorrei che da parte di qualcuno, soprattutto da chi ha votato contro, ci sia la condivisione di una strategia, che viene un po' dal mondo della politica, da quello della comunicazione e da alcune rappresentanze minoritarie della magistratura, che vuole ridurre progressivamente il ruolo e l'importanza istituzionale del Csm. Gli annullamenti possono rappresentare l'occasione buona per portare avanti questa strategia, e chi la supporta lo fa per una ragione politica, che è quella di ridurre anche dall'interno la credibilità del Csm.