Milano, 19 gen. (Adnkronos) - La procura di Milano sta analizzando nel dettaglio il contratto stipulato tra la società Moby di Vincenzo Onorato e Beppe Grillo, garante M5S e titolare del sito www.beppegrillo.it per pubblicizzare la compagnia di navigazione. Un contratto di partnership biennale che ha come oggetto un banner pubblicitario "che può essere modificato "non più di due volte al mese" e l'inserimento di "contenuti redazionali" - uno al mese - finalizzati "all'incremento del 'brand awarness' di Moby". La stesura del testo "dovrà essere effettuata a cura della redazione del blog, con scelte editoriali che dovrà essere concordata tra le parti", si legge nel contratto. Articoli ampi o 'pillole' da veicolare sui canali social. L'efficacia del contratto è dall'1 marzo 2018 al 28 febbraio 2019, con rinnovo tacito per lo stesso periodo, tanto che il rapporto tra le parti si interrompe nel febbraio 2020. Il corrispettivo è di 120mila euro l'anno, pagato in rate da 10mila euro al mese. Nulla in più viene specificato sui contenuti o sugli 'obiettivi' da raggiungere per ritenere soddisfacente la collaborazione. L'assenza di dettagli e anche la tempistica del contratto hanno sollevato i sospetti della procura di Milano che ha indagato Onorato e Grillo per traffico di influenze illecite. L'accusa ipotizza che l'imprenditore abbia tentato di influenzare le politiche del governo in tema di interventi in favore di Moby, in cambio di contratti "generici e costosi" alla Casaleggio Associati e a Beppe Grillo srl. E la data del contratto rafforza la tesi della procura: il governo Conte I resta in piedi dal giugno 2018 al settembre 2019. Grillo, secondo la tesi della procura, ha risposto alle presunte richieste di Onorato inoltrando all'armatore - in chat sequestrate e ora al vaglio del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano - le risposte ottenute dai parlamentari M5S che avrebbero potuto avere un peso sull'annosa questione del rinnovo di concessioni delle tratte, sugli sgravi fiscali per le compagnie marittime italiane e sull''assenza' di gare capace di garantire 72 milioni di euro l'anno di contributi statali per i collegamenti con la Sardegna. Una boccata d'ossigeno per il gruppo Moby che, ancora oggi, non naviga in buone acque.