Ignorare il governo, che tace, e procedere subito con la riforma del Csm in commissione Giustizia a Montecitorio? L’ipotesi tranchant avanzata ieri dal deputato di Azione Enrico Costa con una lettera al 5S Mario Perantoni, che della commissione è presidente, è stata “congelata”, almeno per ora. In una nota diffusa dopo la riunione dell’ufficio di presidenza, Perantoni ha replicato: «Subito dopo la sessione parlamentare per eleggere il Capo dello Stato procederemo con la riforma del Csm: questo è il calendario naturale del provvedimento». Ma il presidente della commissione ha anche ricordato che i deputati hanno da tempo presentato i loro emendamenti e che, a mancare all’appello, sono solo le proposte dell’esecutivo. Il clima sul ddl delega che dovrebbe rimettere in sesto la magistratura rischia di arroventarsi anche per il pressing di Fratelli d’Italia, che rilancia una proposta capace di suscitare consensi anche in maggioranza, da FI ai 5 Stelle: «Sorteggio al Csm al posto dei meccanismi correntizi per dare al cittadino la certezza che il magistrato che lo giudicherà sarà scelto per i suoi meriti e non per i condizionamenti politici». A dirlo è stato il capogruppo del partito di Giorgia Meloni a Palazzo Madama, Luca Ciriani, nel corso del convegno che Fdi ha organizzato ieri dal titolo “Riformare la Giustizia. Dallo scandalo di Magistratopoli alle riforme”. All’incontro hanno presentato la linea di Fratelli d’Italia anche il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, i componenti della commissione Giustizia Carolina Varchi e Ciro Maschio e il vicepresidente della commissione Giustizia del Senato Alberto Balboni. Tutti concordi nella necessità che una «riforma del sistema di voto del Csm con l’introduzione del sorteggio» vada considerata fra le prime questioni da presentare al nuovo Capo dello Stato. Sono intervenuti anche il presidente dell’Ucpi Gian Domenico Caiazza e il vertice dell’Unione nazionale Camere civili Antonio de Notaristefani. Il primo ha ricordato come la riforma del processo penale sia «un provvedimento pasticciato frutto di una mediazione politica che fotografa una maggioranza eterogenea e che ha prodotto un risultato molto al di sotto delle aspettative e nato per una esigenza di comunicazione politica». Mentre secondo de Notaristefani «nella riforma della giustizia vengono stanziate ingenti risorse finanziarie» e perciò «constatare che la riforma è deludente significa aggiungere che le risorse stavolta messe a disposizione stanno andando sprecate».