Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, sul Quirinale spiega che «per la prima volta la sinistra non è in grado di imporre una propria scelta e il centrodestra non può perdere l’occasione di avere un capo dello Stato terzo, garante della Costituzione e in grado di valutare in modo oggettivo quelli che saranno i risultati elettorali delle prossime elezioni politiche».

Onorevole Lollobrigida, tra un governo che sembra fare di tutto per non chiudere le scuole e presidenti di Regione che dell’eventuale dad non fanno un problema, voi con chi state?

Condividiamo il fatto che la garanzia dello studio sia essenziale, ma denunciamo che il governo abbia fatto poco e nulla per rendere sicure le scuole. Si poteva lavorare dall’inizio della pandemia sull’areazione della aule, che garantirebbe maggiore sicurezza negli istituti, come ha fatto il presidente di Fd’I Acquaroli nelle Marche. Il governo continua ad agire in modo schizofrenico senza lavorare su quelli che da sempre sono considerati tra i maggiori cluster di contagio cioè i mezzi pubblici e gli istituti scolastici. Hanno passato l’estate a vantarsi di un fantomatico “modello Italia” che alla luce del numero dei contagi presenti nella nostra nazione non solo non esiste ma probabilmente sta dando risultati peggiori di altri paesi.

Si discute anche di smart working, con una forte polemica tra Brunetta e Dadone. Cosa ne pensa?

Lo smart working è un’evoluzione del lavoro che può essere tenuta in considerazione ma non deve pregiudicare i diritti dei lavoratori né la produttività della nazione. Quello che è essenziale è avere una strategia. A nostro avviso attualmente il governo sta dimostrando di non averne e i provvedimenti che vengono attuati sono spesso casuali e non rispondono a una pianificazione che salvaguardi l’economia nazionale.

A proposito di economia, il super green pass per i lavoratori è un altro tassello sulla strategia di impedire nuove chiusure. Funzionerà?

L’obiettivo di non richiudere è fondamentale. Ma quello che abbiamo contestato fin dall’inizio è che al piano di vaccinazione utile e necessario a diminuire le ospedalizzazioni dovesse corrispondere un’azione di informazione che prevedesse trasparenza. A cominciare dal fatto di spiegare che il green pass non è un elemento salvifico e di garanzia sia rispetto al rischio di essere contagiati sia a quello di contagiare. Si continua a considerarlo una garanzia mentre alla luce dei risultati non solo non ha dimostrato particolare efficacia ma addirittura, come denunciano alcune autorità scientifiche, potrebbe aver messo in condizioni i cittadini di sentirsi in grado di abbassare precauzioni oggettivamente utili come mascherine, sanificazione e distanze.

A quali autorità scientifiche fa riferimento?

Ho sentito specialisti del settore spiegare che il green pass, se non accompagnato da una chiara indicazione sul fatto che non evita né di contagiare né di essere contagiati, aumenta il rischio. Ricordo le parole di Draghi del 22 luglio in cui sottolineava che il green pass avrebbe garantito i cittadini nella loro convivenza quotidiana mentre i possessori di green pass non sono purtroppo immuni a un bel niente.

I sindacati preferirebbero l’obbligo vaccinale al super green pass. È d’accordo?

È paradossale continuare a tentare di indurre all’obbligo vaccinale senza volersi assumere la responsabilità di questa scelta. Se il governo vuole rendere obbligatorio il vaccino perché non lo fa? Fratelli d’Italia ha chiesto di lavorare su una campagna di informazione che eliminasse le paure indotte in tantissimi cittadini che non sono no vax ma sono stati spaventati da una cattiva e mal gestita informazione sui vaccini, a partire da AstraZeneca. Abbiamo proposto in legge di bilancio di creare un fondo di garanzia economica in modo tale da tranquillizzare coloro che non si vaccinano per paura che in conseguenza di eventi avversi non possano affrontarne le conseguenze anche dal punto di vista economico.

Non crede che, negli anni, la cattiva informazione sui vaccini sia stata aumentata anche da propaganda social e online di profili vicini ad alcuni partiti tra cui Fratelli d’Italia?

La cattiva informazione di cui parlo è quella legata alla poca trasparenza. Sia sul piano pandemico, che avrebbe permesso all’Italia di affrontare in modo ben diverso la situazione, fino alla vicenda dei contratti secretati sui vaccini passando per gli indirizzi sulla vicenda AstraZeneca e su seconde, terze e quarte dosi da effettuare. In parte questo era comprensibile nella fase emergenziale, ma nella fase endemica nella quale ci troviamo, informazione e trasparenza sono per noi essenziali. Le responsabilità del ministero della Salute e di Speranza sono oggettive.

Di oggettivo, da ieri, c’è sicuramente la data del voto per il prossimo presidente della Repubblica. Sarete compatti su Berlusconi?

Giorgia Meloni ha avuto fin dall’inizio un atteggiamento responsabile ponendo al centrodestra una condizione: l’unità di azione. Per la prima volta la sinistra non è in grado di imporre una propria scelta e il centrodestra non può perdere l’occasione di avere un capo dello Stato terzo, garante della Costituzione e in grado di valutare in modo oggettivo quelli che saranno i risultati elettorali delle prossime elezioni politiche. Non possiamo permetterci di avere un’altra volta una condizione nella quale a prescindere dal risultato che i cittadini indicano con il loro voto il Pd si ritrovi perennemente al governo anche quando straperde nelle urne.

Siete già divisi sul governo Draghi, con Lega e Forza Italia a favore e voi contro. Un’eventuale rottura anche sul Quirinale avrebbe conseguenze in vista delle Politiche?

Lavoreremo perché questo non accada e non vediamo ragioni per le quali le forze politiche del centrodestra oggi in grado di aggiungere alle vittorie già ottenute nella gran parte delle regioni anche una vittoria nazionale debbano rinunciare a un’occasione storica.

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