Nella giornata conclusiva della trentottesima assemblea annuale dell’Anci a Parma è stato il presidente della Camera, Roberto Fico, a toccare con maggiore incidenza il tema del reato d’abuso d’ufficio applicato ai sindaci. «Oggi ha una logica rivederlo», ha detto Fico parlando alla platea e specificando che «i sindaci sono una grande comunità e bisogna ascoltarli» e che «hanno grandi responsabilità». Per questo motivo, ha proseguito il presidente della Camera, «quando parliamo di problemi del territorio non ci sono tutte queste divisioni tra partiti politici e dobbiamo dare ai sindaci tutto il nostro supporto». Parole apprezzate dal presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, che ha descritto la tre giorni di Parma come «una lunga, allargata, riunione di lavoro concreto sull’Italia». Decaro ha poi espresso la volontà di «lavorare per un Paese migliore, più forte, più giusto, più verde, più sostenibile» e per farlo ha invitato a ragionare sulla necessità di spendere bene i 40 miliardi destinati ai Comuni dal Pnrr. «La posizione dell’Anci è che i finanziamenti vengano assegnati ai Comuni in maniera diretta e non intermediata, riducendo al minimo indispensabile i passaggi formali e burocratici per l’individuazione degli obiettivi e l’erogazione dei fondi - ha detto il sindaco del capoluogo pugliese - Per farci trovare pronti, servirà un deciso rafforzamento delle competenze amministrative legate agli investimenti». A questi appelli ha risposto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenuto in chiusura di assemblea e che non ha voluto toccare il punto dell’abuso d’ufficio. «Il successo del Pnrr è nelle vostre mani, come in quelle di noi tutti - ha sottolineato l’inquilino di palazzo Chigi - C’è bisogno di cooperazione tra tutti i livelli dell’amministrazione, nella fase di pianificazione degli investimenti e in quella di attuazione, perché abbiamo davanti un’occasione di sviluppo, progettazione, idee, che dobbiamo essere pronti a cogliere per i nostri cittadini e per le generazioni future». L’ex presidente della Bce ha poi lodato l’operato dei primi cittadini nel periodo della pandemia, puntando l’accento sull’importanza del loro ruolo nel garantire coesione sociale e legalità. «Da sempre in prima linea nella gestione delle emergenze, lo siete stati anche durante la pandemia - ha spiegato Draghi - Avete applicato le restrizioni con rigore e incoraggiato i cittadini a resistere e perseverare nei momenti più difficili, avete aiutato tanti che avevano perso il lavoro o sospeso le proprie attività e che si sono trovati ad affrontare la povertà, molti per la prima volta. Avete tenuto unite le vostre comunità con determinazione e con coraggio, anche quando la crisi sanitaria ha reso più difficile e oneroso erogare i servizi ai cittadini. Avete agito con l’operosità, il pragmatismo e il senso civico che vi distinguono, quanto la fascia tricolore». Nel suo discorso, il presidente del Consiglio ha citato Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, ucciso brutalmente nel 2010, e Virgilio Ferrari, medico antifascista e sindaco di Milano dal 1951 al 1961. «Per Ferrari, come per tanti sindaci del dopoguerra - ha scandito - la ricostruzione della città non riguardava solo i grandi progetti infrastrutturali: aveva al centro la piena realizzazione del cittadino». Ma se ieri a Parma la revisione dell’abuso di ufficio è stata toccata solo dal presidente Fico, tempi e modi per discutere del tema si sono avuti in audizione al Senato, dove si sono analizzati i tre disegni di legge attualmente a palazzo Madama che prevedono una limitazione del reato per tutelare i primi cittadini. A questi, si è infine aggiunto il disegno di legge di Forza Italia che verrà licenziato la prossima settimana alla Camera con l’obiettivo di avere pari dignità tra tutte le cariche elettive e uguali difese. «C’è ancora tanto da fare - ha spiegato Roberto Pella, capogruppo azzurro in commissione Bilancio e vicepresidente vicario dell’Anci - ma nel governo abbiamo trovato la giusta sensibilità per ottenere maggiori tutele per gli amministratori di comuni grandi e piccoli».