Due mandati di cattura internazionali, chiesti dalla procura di Pavia, sono stati emessi nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell'uomo di 50 anni, G.A.B., israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv. Lo scrivono oggi Il Corriere della Sera e La provincia pavese. Il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone è al centro di una contesa tra due rami familiari.   [caption id="attachment_364902" align="alignnone" width="300"]
Shmuel Peleg, nonno di Eitan[/caption]  

Caso Eitan, cosa aveva scritto la Corte israeliana

Eitan Biran ha «legami più forti e si sente più a suo agio con la sua famiglia italiana e l’ambiente circostante di quanto non ne abbia con la sua famiglia israeliana e l’ambiente circostante». È quanto aveva riscontrato il tribunale della Famiglia di Tel Aviv, che aveva deliberato il rientro in Italia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. La Corte di Tel Aviv aveva disposto che il bambino, finito al centro di un complicato caso internazionale, dovesse essere affidato alla zia paterna Aya Biran, nel suo «ambiente di vita abituale» in Italia, in attesa di qualsiasi diversa sentenza dei tribunali italiani.