Angelo Giorgianni, presidente di sezione della Corte dappello di Messina e arringatore di folle nelle piazze No Vax, è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Il giudice, autore di un libro secondo cui la pandemia altro non è se non un grande complotto finalizzato al controllo del mondo, è stato dunque punito dalla sezione disciplinare del Csm, che ha accolto la richiesta di misura cautelare avanzata dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Ad inguaiarlo definitivamente le dichiarazioni dal palco di Piazza del Popolo a Roma, durante la manifestazione contro il green pass del 9 ottobre scorso. Giorgianni aveva infatti invocato una «Norimberga per i politici», annunciando, poco dopo, la sua intenzione di appendere la toga al chiodo per poter sostenere liberamente le proprie idee. «Da magistrato sono venuto ad onorare il popolo sovrano - aveva detto -. E a coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile con il popolo, dico: io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga». Nonostante la dichiarazione di intenti, il giudice aveva chiesto al Csm di essere collocato a riposo solo a partire da gennaio. Ma Palazzo dei Marescialli, su richiesta dei togati di Area, ha aperto una pratica per valutare se sussistano gli estremi per un trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale, mentre la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha incaricato gli ispettori di Via Arenula di compiere accertamenti. La richiesta di anticipare il collocamento a riposo è arrivata dunque davanti alla Sezione disciplinare, dove la difesa di Giorgianni ha tentato di ottenere un rinvio. Ma senza riuscirci: la prima commissione ha infatti accolto in toto la richiesta di Salvi.