Due settimane fa si è sentito malissimo e lo hanno ricoverato durgenza presso il reparto di rianimazione dellospedale. Gli hanno salvato la vita in extremis. Nonostante le condizioni, quattro giorni fa lo hanno riportato nel carcere di Cosenza. I sanitari dellistituto hanno subito constatato che era incompatibile con detenzione in un penitenziario. Ma non ha fatto in tempo ad essere ricoverato: questa mattina è morto. Una vicenda drammatica sotto ogni punto di vista. Parliamo di Pasquale Francavilla, 46 anni, detenuto definitivo per una condanna per associazione, ridotta in appello a meno di 7 anni di carcere. Gli mancavano 10 mesi da scontare e poteva finalmente essere libero di abbracciare la moglie e due figli. Eppure arriva il malessere che man mano si è aggravato, tanto da finire in rianimazione. Cè lavvocato Mario Scarpelli, difensore del detenuto deceduto, che spiega a Il Dubbio: «Francavilla necessitava di un intervento chirurgico, ma nel frattempo al penitenziario di Cosenza gli è sopraggiunto un trombo alla gamba. Stava perdendo la vita. Trasportato d'urgenza in ospedale, gli hanno salvato la vita in extremis. Finito lintervento, viene ricoverato nel reparto di terapia intensiva». E proprio cinque giorni fa, lavvocato Scarpelli lo ha sentito in videochiamata: «Lho visto sofferente, mi ha detto che lo avrebbero dimesso dallintensiva e ricoverato in un reparto». Francavilla, teoricamente, doveva quindi essere dimesso dalla terapia intensiva e ricoverato presso un reparto apposito. Ma così non è stato. «Inspiegabilmente denuncia lavvocato Scarpelli , contro ogni previsione, lo dimettono e il giudice di sorveglianza di Cosenza lo rimanda in carcere». Come mai? «La mia collaboratrice va subito dal magistrato per capire il motivo di quella disposizione, e in tutta risposta la giudice ha detto che non aveva ancora la cartella clinica». Un fatto, secondo lavvocato, singolare. «Mi chiedo come sia possibile disporre la carcerazione quando ancora non si ha contezza della situazione clinica! Anche se cera stata una lettera di dimissioni firmata dal medico dellospedale, bisogna prima valutare in base alla cartella», chiosa lavvocato. Resta il fatto che Francavilla, pochi giorni fa, rientra in carcere. Questa mattina si è alzato, fatto colazione e dopodiché ha iniziato nuovamente a non sentirsi bene. Ha cominciato a sudare eccessivamente, lo hanno quindi mandato nellinfermeria del carcere e il medio ha chiamato prontamente il 118. Ma troppo tardi. Francavilla muore. Domani sarà eseguita lautopsia disposta dal pubblico ministero. Un atto dovuto lapertura di un fascicolo. Accade ogni qual volta muore un detenuto. Ma la questione sarà portata avanti dai familiari, perché cè stata una chiara incompatibilità con il carcere. A chiedere giustizia a gran voce sono anche i detenuti del carcere di Cosenza che hanno inscenato una battitura. A tal proposito, lavvocato Emilio Quintieri ha segnalato la questione al Garante Nazionale delle persone private della libertà.