Una «partecipazione sentita e non formale», la definisce Maria Masi. La presidente del Cnf vede nel coinvolgimento dei delegati, dei 650 avvocate e avvocati accorsi all’Ergife, il segno positivo delle assise forensi concluse oggi. Giovanni Malinconico, coordinatore Ocf, ricorda l’altro segno distintivo dalla “sessione ulteriore” celebrata a Roma ieri e oggi: «L’intervento della ministra Cartabia», e soprattutto il fatto che «abbia risposto» alle sollecitazioni della avvocatura. È il bilancio che fanno le rappresentanze forensi al termine di una due giorni sicuramente ricca, che ha fatto emergere l’alto spessore delle proposte di cui l’avvocatura italiana è capace. Ha pesato, com’era inevitabile, la concentrazione di temi, dalle decisive riforme sul processo all’ordinamento interno, che i tempi stretti del dibattito hanno finito per “costringere”. Ma i passi avanti ci sono, soprattutto nella dialettica con la guardasigilli, e in particolare nelle possibili modifiche che via Arenula si è dichiarata disposta a introdurre nell’attuale testo governativo del ddl civile.

Masi: «Grande attenzione da governo e Parlamento»

È l’ufficio stampa del congresso nazionale forense a diffondere le dichiarazioni di Masi e Malinconico. La presidente del Cnf parla di «una importante sessione del congresso, con una grande attenzione da parte del governo, del ministro della Giustizia Marta Cartabia e delle forze parlamentari». Sono intervenuti, infatti, come ricorda la nota, anche il sottosegretario Francesco Paolo Sisto, la responsabile Giustizia del Pd (e vicepresidente del Senato) Anna Rossomando, il responsabile Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro Delle Vedove e il senatore della Lega Francesco Urraro. Masi tiene ricordare appunto la «partecipazione di avvocate e avvocati non formale ma sentita, pratica e quindi anche consapevole». Quindi spiega: «Le azioni dei prossimi giorni daranno il senso vero di questa sessione ulteriore: ci sarà da tradurre in azione i contributi che sono stati dati, e ci sarà l'impegno del Consiglio nazionale Forense per cominciare un percorso assolutamente inclusivo su quello che ci occupa e preoccupa più da vicino». Vale a dire «una Avvocatura forte, seria, per le proposte e le riforme».

Malinconico: «Una grande sessione congressuale»

Malinconico tiene a propria volta esprimere «il ringraziamento a tutti i presenti. Questo congresso aveva due intenti», ricorda, «il primo era quello di rimettere l’ avvocatura al centro del dibattito politico sulla giustizia, che poi è anche la questione al centro del dibattito politico generale». E il coordinatore Ocf si sofferma quindi sui segnali arrivati da Marta Cartabia: «Penso di poter dire che l’intervento della ministra, che si è trattenuta per tutti i lavori introduttivi del congresso, il fatto che abbia risposto alle garbate ma molto ferme indicazioni della presidente Masi, del presidente Galletti, del presidente Militi e mie ci abbia detto con chiarezza quali sono gli snodi del confronto». Malinconico si riferisce in particolare alle parziali rassicurazioni offerte dalla guardasigilli, alla fine del proprio intervento di ieri mattina, sui possibili aggiustamenti alla riforma civile, in particolare sulla rigidità della fase introduttiva e le preclusioni istruttorie imposte alle parti. Sebbene sia stata chiara nel dire che l’impianto generale non potrà essere stravolto. Il coordinatore dell’Organismo congressuale forense considera comunque importante aver eliminato gli equivoci e acquisito consapevolezza sui termini della partita: «La avvocatura è in grado oggi di combattere tutte le battaglie, sappiamo che ci sono degli spazi e li dobbiamo cogliere. Si è parlato dell’avvocatura al centro del dibattito», conclude Malinconico, «credo che sotto questo aspetto il congresso sia assolutamente riuscito: consegniamo ai nostri avvocati un grande risultato, una grande sessione congressuale».