«Abbiamo massima fiducia nella ministra della Giustizia Marta Cartabia, però vorremmo anche vedere il testo», afferma Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio, a proposito della riforma del processo penale. La “cabina di regia” del governo tra il premier Mario Draghi, la guardasigilli e i capidelegazione delle forze di maggioranza, prevista per ieri pomeriggio sulle “limature” al ddl, è saltata. Il testo arriverà direttamente oggi a Palazzo Chigi. Onorevole Zanettin, cosa sta succendo? Penso che ci siamo problemi da parte del M5s. Quali? Sicuramente sulla prescrizione. Non so se possa essere accettata la proposta della “improcedibilità”. Che posizione ha Forza Italia? Ci sono stati diversi incontri bilaterali con la ministra nell’ultimo periodo e abbiamo sempre una posizione chiara sul punto. Il ritorno alla prescrizione? Certo. Noi siamo contro il “fine processo mai”. Ci siamo battuti perché fosse scardinata la riforma voluta dall’allora ministro Alfonso Bonafede, che prevede lo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Non avete preso in considerazione altre soluzioni? Se si riferisce alla proposta di mediazione, quella della riduzione della pena voluta dal Pd, la risposta è no.Torniamo al M5s. Ha informazioni su come si potranno orientare? Guardi, so che ci sono diverse resistenze al loro interno. Non a tutti piace questa proposta. Crede che la rottura fra Grillo e Conte possa condizionare la decisione finale? Certamente non agevola. Ma io confido nell’intelligenza di Bonafede di volere trovare una intesa. Capirà, però, che per il M5s questa proposta è difficile da digerire. Su questo non ho dubbi. Lo stop alla prescrizione è una delle loro bandiere. Però dobbiamo anche ricordarci che esiste la Costituzione. La Costituzione esisteva anche quando è stata approvata la norma Bonafede. Spero vivamente che per una volta torni l’alta politica e non gli interessi di parte. Su queste materie l’ideologia deve lasciare il campo ed è necessario inchinarsi ai principi costituzionali e della Cedu, che sono molto chiari: ogni processo si deve concludere in tempi ragionevoli. Non è solo la prescrizione il nodo. Ovviamente. Nella discussione sulla delega penale vogliano una revisione dei reati contro la pubblica amministrazione. Cominciando dall’abuso d’ufficio. È un tema di assoluto buon senso sul quale non devono esserci differenze fra destra, sinistra e centro. Gli amministratori locali hanno rivolto un appello al Parlamento. Un grido di dolore e allarme. Nessuno vuole fare più il sindaco in Italia. Non si trovano più candidati. Per l’abuso d'ufficio? Si. Basta con queste norme vagamente interpretabili. Sono pericolose. Bisogna mettere dei confini chiari. E oltre ai reati contro la Pa? C’ il tema delle intercettazioni e l’utilizzo del trojan. Le cronache delle ultime settimane ci dicono che è necessaria una sua regolamentazione. Lei ha già presentato emendamenti sul trojan. Uno, in particolare, punta a escludere il trojan per i reati contro la Pa, limitandolo a quelli per mafia e terrorismo, come era inizialmente prima della modifica voluta da Bonafede. Un altro emendamento è finalizzato ad evitare il suo utilizzo “a strascico”. Riuscirà la ministra a portare, come da programma, il testo in Aula il prossimo 23 luglio? Non so se ciò sarà possibile. Comunque auspico ci possa essere un confronto in commissione Giustizia. A che punto siamo con la riforma del Csm? In questo caso i tempi si preannunciano più lunghi. E le posizioni molto distanti... Si. Forza Italia è per il sorteggio temperato. La ministra fortemente contraria. Palamara in Antimafia ha affermato che la riforma più temuta dall’Anm era quella del sorteggio. Questo conferma la tesi che il sorteggio sia l’unica soluzione per togliere potere alle correnti. Non le piace la soluzione proposta dalla commissione Luciani, il voto singolo trasferibile? Per niente. Rafforzerebbe ancora di più le correnti. Meglio non cambiare nulla? Certamente. Piuttosto lasciamo l’attuale sistema elettorale, facendo magari dei correttivi, ma evitiamo di approvare una modifica.