Il procuratore di Roma, Michele Prestipino, ha impugnato davanti al Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, la sentenza con cui la quinta sezione dello stesso Consiglio aveva confermato l’annullamento della sua nomina. La decisione adottata l’ 11 maggio aveva ribadito la fondatezza della precedente sentenza del Tar, che aveva a sua volta accolto il ricorso presentato dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, legali del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola. Successivamente era stato accolto anche il ricorso presentato dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, per il quale il controricorso di Prestipino al Consiglio di Stato si discuterà in luglio.

Nell’attesa, Prestipino ha preannunciato anche la notifica di un separato ricorso in Cassazione, «lamentando il vizio di eccesso di potere giurisdizionale» della quinta sezione del Consiglio, «per invasione della sfera di discrezionalità riservata al Csm su una pluralità di profili». Non solo: il procuratore defenestrato proporrà due ulteriori domande cautelari per frenare gli effetti delle sentenze a lui avverse. I ricorsi mirano a evidenziare presunti errori di diritto e procedurali: di fatto, in sede amministrativa, il Consiglio di Stato è l’ultimo grado di giudizio e ulteriori pronunce possono essere ottenute solo in casi particolari e straordinari. La vicenda fu segnata dalle polemiche del caso Palamara: Viola, secondo quanto risulta dalle intercettazioni effettuate dalla Procura di Perugia, sarebbe stato «spinto» a sua insaputa da una cordata che faceva capo proprio all’ex pm ed ex magistrato Luca Palamara, già presidente dell’Anm e componente del Csm.

Tutto questo però senza alcun contributo da parte dello stesso procuratore generale di Firenze, che aveva visto revocare la proposta originaria in suo favore. Il magistrato era stato così escluso dalle votazioni finali, in maniera che sia il Tar che il Consiglio di Stato avevano giudicato del tutto immotivata e viziata da un pregiudizio legato a trame di persone che sostenevano il candidato a sua insaputa. Viola, intanto, ha revocato la domanda per procuratore generale di Palermo. Una sua eventuale nomina alla Procura generale di Palermo lo avrebbe infatti escluso dalla competizione per Roma, che vede in partita ancora anche Lo Voi.