L’assemblea dei soci del CIRA (Centro italiano Ricerche aerospaziali) di Capua ha approvato all’unanimità il piano triennale 2021-2023. Un successo personale per il presidente Giuseppe Morsillo che ha portato all’attenzione dell’assemblea una serie di buoni risultati che con l’approvazione del Piano triennale proiettano di fatto il Centro da lui presieduto verso obiettivi sempre più strategici e di rilievo. Già l’approvazione del bilancio consuntivo 2019 si era chiuso con motivi di grande soddisfazione con un utile di 5,2 milioni di attivo con un valore della produzione attestato sui 47 milioni di euro, centrando una crescita del 15 per cento rispetto all’anno precedente. Il Piano triennale 2021-2023 appena approvato orienta le attività di ricerca e sviluppo sia per il settore Spazio sia per quello Aeronautico e relative applicazioni ad altri settori con l’obiettivo di un posizionamento strategico del CIRA non solo a livello nazionale ma soprattutto europeo ed internazionale a servizio del Paese, in un quadro che intende supportare  la Ricerca, le Grandi Industrie, le Midcap e le Pmi nazionali,  senza tralasciare le Istituzioni quali possibili fruitori di servizi, nel loro sviluppo di prodotti e/o servizi a supporto del ritorno scientifico, strategico e socio-economico  del sistema Paese e della sua competitività nel medio-lungo termine. Nelle parole del presidente del CIRA, l’ingegnere Giuseppe Morsillo, c'è tutta la soddisfazione per il risultato raggiunto: «Il piano triennale approvato all’unanimità dai soci del CIRA muove da un rifinanziamento pubblico che ha avuto luogo alla fine del 2020 sia con il PRORA sia con il contributo del fondo ricerca. Un piano che innesta su una competitività in forte espansione da parte del CIRA e quindi si arricchisce di significativi contributi di programmi finanziati da parte terze che operano sul liberano mercato». Quindi, ingegner Morsillo, un piano triennale che ispira fiducia. Guardi, noi vogliamo passare, nel giro di un paio di anni, dai 42 milioni di euro di gestione caratteristica a oltre 50 milioni nel 2022. Vuol dire portare la quota dei ricavi da parte terza (assestata nell’esercizio 2019 intorno al 30%) a circa il 40 %. Il che vuol dire anche nuovi investimenti. Certamente, si tratta di investimenti di altre realtà all’interno delle iniziative del Cira e quindi parliamo anche di una capacità sempre maggiore di utilizzare la dotazione pubblica come un fattore moltiplicatore che ci aiuterà a poter giocare partite su universi mercati”. Parliamo delle attività sulle quali voi del CIRA siete impegnati. Due tra tutte, già in corso quest’anno e che si andranno a delineare nel 2022. La prima riguarda un velivolo di rientro atmosferico da volo sub orbitale che è un’iniziativa dell’agenzia spaziale europea e per la quale noi sviluppiamo un’attività di dimostratore utilizzando nostre esperienze e tecnologie brevettate. E la seconda? L’altro grande progetto riguarda la piattaforma stratosferica che è una opportunità di rivisitazione dei dirigibili del secolo scorso. Si tratta di un progetto affascinante con un tempo di inserimento di stratosfera di un paio di ore ed un posizionamento persistente, quindi ideale per quella che è l’attività di osservazione della Terra. Il loro utilizzo è ampio, si va dall’emergenza di natura civile fino ad arrivare nel campo della Difesa e quindi all’uso militare. Stiamo inoltre pensando a una terza linea molto importante, cioè quella di eliminare per la piccola e media impresa nazionale spaziale tutti gli ostacoli per lo sviluppo delle attività non ricorrenti e di poter realizzare presso di noi una serie di prodotti relativamente a basso costo. Questo significherà anche aver più ricercatori? Sì, infatti abbiamo aperto una campagna di assunzioni (proprio ieri, ho firmato un decreto per l’assunzione di due ricercatori per un periodo di due anni) che se si dovesse realizzare lo scenario più ambizioso dovrebbero trovare spazio una ventina di persone. I vostri riferimenti sono soprattutto ASI ed ESA? Nell’ambito dello Spazio certamente. Ma oltre ad esse facciamo riferimento al Comint ed alla sua attività di supervisione. Per la componete aeronautica facciamo riferimento al mondo della Commissione Europea e quindi a grandi programmi, dalle propulsioni ibride, fino a quelle completamente elettriche, infatti siamo anche sottoscrittori del programma zero emissioni. Ed ancora siamo molto attenti a quella parte di mobilità che riguarda droni e veicoli in remoto.