Lesordio risale allestate. Lapice arriva in autunno. La crisi a Natale. Siamo quasi in primavera e permane la stasi. Il ciclo delle stagioni aiuta a cogliere la parabola assurda del ddl allesame del Senato che dovrebbe tutelare il diritto alla malattia dei professionisti. Doveva essere un testo da corsia demergenza. Dopo varie sbandate, adesso arriva un altolà clamoroso: la Ragioneria dello Stato dà «parere negativo allulteriore corso del provvedimento». Eppure doveva essere una misura urgente. Addirittura necessaria in tempo di covid. E non per chiacchiere di maggioranza: parola della seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nel pieno della sessione di bilancio, la presidente del Senato impose una regola e uneccezione: «A Palazzo Madama si discute solo di Manovra e di provvedimenti sul covid, ma un caso particolare va considerato quello della legge allesame della commissione Giustizia sulla malattia professionale». Si doveva correre. E invece, quando sembrava ormai vicino il mandato al relatore, arriva la doccia gelata dalla Ragioneria: non andate avanti, dicono da via XX Settembre, non ci sono le coperture.Una sorpresa almeno per due motivi. Innanzitutto perché del ddl che dovrebbe concedere il tempo di curarsi a commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati e a tutte le altre categorie professionali si parla da troppo tempo perché il nodo delle coperture potesse essere ignorato. E poi nelle 8 pagine spietate trasmesse mercoledì scorso dalla Ragioneria a Palazzo Madama non si fa parola mai, ma proprio mai, al fatto che i diritti in questione potrebbero essere, forse, portatori di ritardi nel pagamento delle tasse, ma che sarebbero pur sempre diritti sanciti dallarticolo 32 della Costituzione. Non una parola sul supremo diritto del cittadino e dunque del lavoratore. Possibile che alla Ragioneria dello Stato si consideri il professionista estraneo alla categoria dei lavoratori? Sta di fatto che per il dipartimento del Mef non è possibile dare parere favorevole in particolare allarticolo 1 del ddl, che concede al libero professionista una proroga di 30 giorni qualora, in prossimità di un termine entro il quale avrebbe dovuto compiere atti in favore di unamministrazione pubblica per conto del cliente, sia colpito da malattia grave o infortunio. Lobiezione tecnica riguarda i primi destinatari della legge, ossia le categorie che, come i commercialisti, assicurano il rapporto fra contribuente e Agenzia delle entrate. Ma il testo originario, a prima firma del senatore Andrea de Bertoldi, di Fratelli dItalia, è stato integrato da diversi emendamenti relativi alla professione forense. E su tali aspetti la scure della Ragioneria è meno severa. In particolare sulle norme che, in caso di malattia o infortunio del difensore, estendono in modo vincolante il legittimo impedimento anche al processo civile, con remissione in termini e un ulteriore margine di 30 giorni a decorrere dalla fine dellimpedimento. Rispetto a tali modifiche, proposte in particolare dalla Lega, la Ragioneria si limita a chiosare: «Si richiede la predisposizione della relazione tecnica e si rinvia alle valutazioni del ministero della Giustizia al fine di verificare e assicurare che da tali disposizioni non derivino maggiori oneri per la finanza pubblica». Cè solo un emendamento, relativo ai penalisti, che suscita un allarme più consistente, quello che cristallizza per 30 giorni un legittimo impedimento per malattia. In tal caso, per via XX settembre, «si richiede la relazione tecnica» e «in assenza della stessa, si esprime parere contrario». Una sfumatura.Forse va aggiunto un dettaglio, decisivo almeno per gli avvocati: fra le modifiche introdotte in corsa ce nera una, non bersagliata particolarmente dalla Ragioneria, che estendeva il legittimo impedimento già previsto nel penale ai casi di isolamento fiduciario e quarantena legati al covid. Non si tratta di situazioni propriamente qualificate come malattia, ma il giudice di buonsenso può già ora concedere il rinvio delludienza. La misura, prevista sempre da un emendamento della Lega, vincolerebbe il magistrato allapplicazione estensiva. Un aspetto che avrebbe meritato il ricorso alla procedura deliberante, dunque il via libera in commissione senza passare per lAula. Non se nè fatto nulla: si è arrivati a parlare di vaccinazioni per gli avvocati e ancora non cè la norma che li tutela se il covid li costringe a non uscire di casa.