«Anche quest’anno sento l’emozione e l’onore di partecipare a questa solenne cerimonia. Questa volta, lo faccio nelle vesti di ministro della Giustizia in carica per gli affari correnti e, dunque, non potrò che attenermi all’esposizione generale dell’attività portata avanti nel 2020 esimendomi, per doveroso rispetto dei rapporti istituzionali, da qualsiasi considerazione di indirizzo politico». Così il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha aperto il suo intervento nell’Aula Magna della Cassazione per l’apertura dell’anno giudiziario 2021. "La Giustizia non si è mai fermata" «La continuità dell’azione amministrativa durante la pandemia è stata assicurata anche grazie all’accelerazione delle politiche di digitalizzazione: in particolare, sono stati sperimentati nuovi modelli organizzativi, sia per il deposito degli atti che per l’accesso ai sistemi da remoto»,  ha sottolineato Bonafede. «Proprio ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento con il quale si consentirà, dal 31 marzo prossimo, il deposito telematico facoltativo con valore legale degli atti processuali e dei documenti presso le Sezioni civili della Corte di Cassazione», ha ricordato il ministro, aggiungendo che «per una maggiore condivisione delle innovazioni digitali introdotte, come ad esempio il sostanziale avvio del Processo Penale Telematico, nel luglio scorso è stato istituito lo Sportello permanente per la giustizia digitale, sulla base di un protocollo stipulato con il Consiglio Nazionale Forense. Con il medesimo metodo, sta procedendo la digitalizzazione in Corte di Cassazione». «Ovviamente, la pandemia ha inciso fortemente anche sul settore della giustizia. Voglio esprimere la mia profonda gratitudine ai magistrati togati e onorari, avvocati, personale amministrativo, polizia penitenziaria che, con spirito di sacrificio, competenza e abnegazione, hanno permesso che la giustizia non si fermasse nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà. Nel loro lavoro si è misurata la resilienza del nostro Stato di diritto», ha detto. Istituti penitenziari, i dati «Per quanto concerne il ministero della Giustizia, sono state adottate, in coordinamento con ministero della Salute e Protezione civile, tutte le misure necessarie per limitare il più possibile la diffusione del contagio sia negli uffici giudiziari sia nella difficile realtà degli istituti peniteniziari», ha spiegato il ministro. «Nel 2020 - ha proseguito - c’è stata una significativa diminuzione della popolazione detenuta, che risulta oggi essere pari a 52.369 detenuti fisicamente presenti». «A livello internazionale, in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, l’Italia si è confermata Paese guida nelle politiche di contrasto alle mafie promuovendo due importanti risoluzioni approvate dalla conferenza degli Stati Parte», ha aggiunto il guardasigilli. Infine, un «auspicio» affinché «una giustizia rinnovata e più celere possa concorrere all’indispensabile rilancio del Paese».