«Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia». Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel quinto anniversario del rapimento di Giulio Regeni. «L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli», ricorda il Capo dello Stato che rinnova l’auspicio «di un impegno comune e convergente per giungere alla verità e assicurare alla giustizia chi si è macchiato di un crimine che ha giustamente sollecitato attenzione e solidarietà da parte dell’Unione Europea». «Si tratta - conclude - di un impegno responsabile, unanimemente atteso dai familiari, dalle istituzioni della Repubblica, dalla intera opinione pubblica europea». «Sono trascorsi cinque anni dal rapimento a Il Cairo di Giulio Regeni, poi torturato e barbaramente ucciso dai suoi spietati aguzzini. Un giovane italiano, impegnato nel completare il percorso di studi, ha visto crudelmente strappati i propri progetti di vita con una tale ferocia da infliggere una ferita assai profonda nell’animo di tutti gli italiani», aggiunge il Presidente della Repubblica in una nota. «In questo giorno di memoria desidero anzitutto rinnovare sentimenti di vicinanza e solidarietà ai genitori di Giulio Regeni, che nel dolore più straziante sono stati capaci in questi anni di riversare ogni energia per ottenere la verità, per chiedere che vengano ricostruite le responsabilità e affermare così quel principio di giustizia che costituisce principio fondamentale di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona», conclude il Capo dello Stato. «Le risposte più recenti della Procura generale del Cairo rasentano la provocazione e offendono la nostra intelligenza», afferma in un’intervista a Repubblica il presidente della Camera, Roberto Fico. «Non possiamo più permetterci ambiguità nei rapporti con l’Egitto», sottolinea Fico. Commentando il fatto che la magistratura italiana giudicherà le responsabilità di quattro ufficiali dei servizi segreti del Cairo sulla morte di Regeni, il presidente della Camera evidenzia: «È una tappa importante, merito del lavoro serio e incessante dei nostri magistrati» che «in questi anni non si sono arresi mai e anche di fronte alla mancanza di collaborazione degli inquirenti egiziani hanno continuato a lavorare, a mettere insieme i pezzi. Di certo non finisce qui. Vogliamo verità e giustizia. Fino in fondo». «La rottura dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano è stato un gesto forte, condiviso da tutti i gruppi parlamentari. Non esistono le condizioni affinché i rapporti fra i nostri Parlamenti tornino alla normalità», spiega Fico sottolineando che modificare i rapporti di forza Italia-Egitto sul caso Regeni «è una strada necessaria. Nei mesi scorsi - prosegue - ho lavorato molto per coinvolgere altri Parlamenti. Nei colloqui con i miei omologhi ho spesso affrontato la questione, perchè sono convinto che debba essere considerata a livello europeo». L’Europa, osserva, «deve iniziare a ragionare e agire come una vera comunità, solidale anche su vicende come questa». La vendita da parte dell’Italia di armi all’Egitto, osserva Fico, «è stata un’immagine che non avremmo voluto vedere. Rispetto alla violazione della legge che definisce i criteri per la vendita di armamenti sarà la magistratura a valutare. Personalmente comunque sarei per una revisione della legge, inserendo paletti più rigidi». Oggi il Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea avrà oggi una discussione sull’omicidio del ricercatore italiano. Lo ha annunciato n entrata ai lavori l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell. Il primo tema dell’agenda è la Russia e «i preoccupanti eventi» perché «questa ondata di detenzioni è qualcosa che ci preoccupa molto così come la detenzione dell’oppositore russo Aleksej Navalnyj», ha detto. «Secondo, le relazioni con la Turchia» e la «cooperazione con la nuova amministrazione Usa». Terzo argomento sarà la diffusione del Covid nei Paesi terzi, soprattutto in Africa e nei Balcani, e «parleremo anche di Giulio Regeni, lo studente italiano ucciso al Cairo». Nella riunione si parlerà anche della situazione della pandemia in Asia e delle relazioni con il Regno Unito, «Paese terzo».