L'intervista al Corriere della Sera rilasciata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha suscitato una serie di reazioni da parte di varie componenti del panorama giuridico. Tra questi va segnalata la nota inviata dall'avvocato Ivano Iai nell'interesse del Consigliere Otello Lupacchini ex Pg di Catanzaro, trasferito dal Csm alla Procura generale di Torino come sostituto Pg, dopo le considerazioni fatte da Lupacchini nel corso di un’intervista rilasciata a TgCom 24, all’indomani del maxi blitz “Rinascita- Scott”, nella quale lamentò un mancato coordinamento tra la procura antimafia e quella generale. Scrive l'avvocato Iai che l'intervista al Corriere della Sera del 22 gennaio 2021 "oltre a creare gravissimo strepitus, genera numerosi interrogativi sui presupposti – e forse anche sui condizionamenti e i c.d. doppiopesismi – delle iniziative disciplinari, cautelari e per incompatibilità assegnate dalla Costituzione e dalla legge al Ministro della Giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e al Consiglio Superiore della Magistratura. Quando, in data 21 dicembre 2019, il Procuratore Generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, sollevò pubblicamente una questione seria sulle anomalie nel coordinamento e nei rapporti con il Procuratore Distrettuale, diversi magistrati, anche investiti di funzioni di rilievo costituzionale, chiesero e ottennero l’apertura di una pratica per incompatibilità del primo fulmineamente istruita davanti alla Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura". Nella nota dell'avvocato Iai si legge ancora: "Con intervento indebito nelle questioni dell’Ordine Giudiziario, un Ministro della Repubblica, l’On. Luigi Di Maio, capo, allora, del principale partito di Governo, prese posizione netta sulla vicenda in favore del Procuratore Distrettuale di Catanzaro. Il Ministro della Giustizia, dello stesso partito del Ministro degli Esteri, promosse con amplificata velocità, iniziative finalizzate al trasferimento fulmineo del Dott. Lupacchini, poi allontanato dall’Ufficio di Procuratore Generale prima della data di inaugurazione dell’Anno Giudiziario all’inizio del quale avrebbe dovuto rappresentare le tante e preoccupanti anomalie riscontrate nei due anni di lavoro nel Distretto di Catanzaro. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione usò nei confronti del Dott. Lupacchini eguale celerità e rigore interpretativo nel ritenere l’intervista offensiva del Procuratore di Catanzaro e di altri magistrati del Distretto. Le procedure cautelari e disciplinari nei confronti del Dott. Lupacchini si sono svolte e consumate in un alito di vento che ne ha traumatizzato la dignità di magistrato e relegato in un angolo di silenzio i diritti difensivi. Escludo possa sorprendere che la scrivente difesa, cui sta a cuore segnalare la lesione dei diritti di qualsiasi persona, compresa la libera manifestazione del pensiero, non intenda sollecitare pubblicamente iniziative di natura disciplinare nei confronti del Procuratore della Repubblica di Catanzaro. La riflessione intorno alla quale occorre, invece, interrogarsi è, infatti, quella delle reali ragioni per le quali, nei confronti del Dott. Lupacchini, il Ministro della Giustizia, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione e il CSM abbiano attivato ben tre procedure a seguito e per effetto di un’intervista incomparabilmente meno aggressiva e per nulla intimidatoria di quella oggi ritenuta priva di rilievo disciplinare o paradisciplinare".