La Corte di Cassazione, Sez. IV penale, ha annullato con rinvio l'ordinanza della Corte d'Appello di Palermo che aveva riconosciuto all’ex 007 Bruno Contrada la riparazione per ingiusta detenzione, quantificandola in 667.000 euro. «Aspettiamo di leggere le motivazioni per un esame più approfondito – spiega il suo avvocato Stefano Giordano -, ma è evidente fin d'ora che la Corte di legittimità non ha dato esecuzione alla sentenza di Strasburgo, secondo cui il dottor Contrada non andava né processato, né condannato». L'avvocato chiarisce che la Cassazione non è entrato nel merito Ora la palla passa nuovamente alla Corte d'Appello palermitana. «Ma, comunque andrà a finire – osserva amaramente sempre l’avvocato Giordano -, è probabile che il dottor Contrada non vedrà mai un centesimo di quanto gli spetta, considerate la sua età e le sue condizioni di salute e la lunghezza dei tempi processuali». Inoltre, onde evitare facili strumentalizzazioni, il legale di Contrada sottolinea che la Suprema Corte non è entrata nel merito (né può farlo) del diritto di Contrada alla riparazione per ingiusta detenzione «ma ha probabilmente ravvisato un vizio motivazionale dell'ordinanza della corte d'Appello e pertanto ha disposto un nuovo giudizio».Ovviamente, tale sentenza non va annullare una verità giudiziaria scalfita sia dalla Corte Europea di Strasburgo, che dalla Cassazione. Bruno Contrada non doveva essere né processato, né condannato Quale? Bruno Contrada non doveva essere né processato, né condannato, dal momento che all’epoca dei fatti (dal 1979 al 1988) il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (nato dal combinato disposto dell’art. 110 e 416 bis c.p.) non era sufficientemente chiaro, né prevedibile, in quanto la sentenza chiarificatrice sarebbe arrivata solo nel 1994. Dopodiché, altra questione, con ordinanza depositata il 6 aprile 2020, la Corte d’Appello di Palermo liquida a favore di Bruno Contrada la somma di 667 mila euro per ingiusta detenzione. Sì, perché ha trascorso ingiustamente 4 anni in carcere e 4 di arresti domiciliari. La conseguenza è stata disastrosa per lui e i suoi familiari. Ora però la Cassazione, per vizi motivazionali, rimanda l’ordinanza alla corte d’Appello. Due questioni diverse. Purtroppo, nella storia del nostro Paese, a fronte di migliaia di casi di ingiusta detenzione ed errori giudiziari non tutti poi vengono risarciti dallo Stato. Il caso Contrada, però, è emblematico. La condanna era avvenuta prendendo per vere le parole di alcuni pentiti. Alcuni di loro, sono proprio quelli che l’ex 007 ha fatto arrestare. Ma non basta. Contrada è diventato l’uomo perfetto per inserirlo in diversi teoremi giudiziari. L’ultima, è che avrebbe incontrato i boss Madonia. Peccato che sia stato proprio Contrada, interpellato irritualmente dall’allora procura di Caltanissetta, ad indicare i Madonia come esecutori della strage. Ci fu poi il depistaggio. Una volta smascherato, si scoprì che tra gli esecutori c’era proprio uno di loro.