«Dobbiamo affrettare delle risposte che il Paese attende. Il prossimo passaggio urgente è il ’Recovery plan’». Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di fine anno. «Dopo la bozza tecnica e i vari progetti pervenuti dobbiamo fare una sintesi politica urgente. Nei prossimi giorni», ha spiegato il premier, «dobbiamo portare in Cdm il documento di aggiornamento, altrimenti rischiamo di andare in ritardo. È un’occasione storica, dobbiamo procedere. Vorrei andare in Cdm i primi di gennaio e partire con il confronto con le parti sociali», conclude Conte, spiegando che a febbraio occorrerà presentare il progetto definitivo all’Europa. «Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale», prosegue il premier. «Io non ho detto che va tutto bene. Se non abbiamo ancora il documento o la struttura di governance non va tutto bene. Se non ci affrettiamo rischiamo di arrivare in ritardo. Dobbiamo correre». «Escludiamo l’ipotesi di una vaccinazione obbligatoria», chiarisce Conte. «Ci siamo mossi per creare l’alleanza per i vaccini» dopo «la palla è stata consegnata alla Commissione europea per muoversi all’unisono». Il premier Giuseppe Conte risponde ad una domanda sul fatto che la Germania ha acquistato di sua sponte dose di vaccini. «L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse anche perchè le dosi negoziate dall’Italia sono assolutamente sufficienti. L’Unione europea si è premurata di acquistarne di più per consentire di intervenire anche in quei paesi che non hanno la possibilità di avere i fondi per i piani vaccinali», ha ricordato il premier. L’Italia non ha acquistato dosi vaccinali a parte «perchè all’articolo 7 del contratto c’è il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede a livello europeo», sottolinea Conte. Il rimpasto? «Non è un problema di cambiare squadra. Si lavora con le forze di maggioranza, si fa quello che serve nell’interesse del Paese». Lo dice il premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di fine anno. La formula dei vicepremier? «Sperimentata con scarso successo nello scorso governo ma questo non significa nulla», spiega il presidente del Consiglio che si dice «disponibile per qualunque soluzione» a patto che le soluzioni «siano funzionali, che rientrino nell’interesse nazionale». «Se verrà posto il problema lo affronteremo», afferma.