La Procura di Perugia ha notificato ieri pomeriggio allex presidente dellAnm lavviso di conclusione indagini, propedeutico al rinvio a giudizio, per il reato di rivelazione del segreto dufficio. Secondo lufficio guidato da Raffaele Cantone, già numero uno dellAnac, Palamara, in concorso con il collega pm Stefano Rocco Fava, «in data antecedente e prossima al 29 maggio 2019», avrebbe rivelato ai giornalisti del Fatto e della Verità alcune informazioni relative alle pendenze penali dellavvocato Piero Amara, uno dei principali protagonisti del cd Sistema Siracusa, il sodalizio di magistrati e professionisti finalizzato a pilotare le sentenze al Consiglio di Stato e ad aggiustare i processi.Amara, già avvocato dellEni, era stato indagato a Roma per bancarotta e frode fiscale. Fava, allepoca in forza al dipartimento reati contro la Pa, coordinato dallaggiunto Paolo Ielo, aveva chiesto per Amara la custodia cautelare in carcere ma il procuratore Giuseppe Pignatone non aveva voluto apporre il visto.Lo scopo dei due magistrati sarebbe stato, allora, quello di avviare una campagna mediatica contro Pignatone, che era da poco andato in pensione per raggiunti limiti di età, e contro Ielo. Pignatone e Ielo sarebbero stati i responsabili dei guai giudiziari di Palamara, avendo trasmesso a Perugia, competente per i reati commessi dai magistrati della Capitale, il fascicolo sui rapporti avuti dallex capo dellAnm con il faccendiere Fabrizio Centofanti. Palamara, a tal riguardo, venne poi iscritto nel capoluogo umbro per il reato di corruzione e sottoposto ad intercettazione mediante il trojan.Fava, invece, è anche accusato di abuso dufficio, avendo acquisito, in maniera ritenuta non regolare, documenti dal sistema informatico Tiap per provare lincompatibilità e la violazione dellobbligo di astensione da parte di Pignatone e Ielo in un paio di procedimenti. Il 27 marzo 2019 Fava aveva presentato un esposto al Csm in cui sarebbe stata riportata una versione, secondo i magistrati umbri, incompleta degli atti adottati da Pignatone e da Ielo nei procedimenti in questione. A far compagnia a Palamara nel reato di rivelazione del segreto, Riccardo Fuzio, lex procuratore generale della Cassazione. Fuzio avrebbe confermato a Palamara che Fava aveva effettivamente presentato un esposto al Csm contro Pignatone e Ielo. Esposto che era stato secretato una volta giunto a Palazzo dei Marescialli. La circostanza emergerebbe da una telefonata fra i due intercettata il 3 aprile dello scorso anno.Lex pg della Cassazione è attualmente indagato anche per unaltra rivelazione del segreto, e cioè quando a maggio del 2019 aveva informato Palamara che al Csm era arrivato il fascicolo da Perugia per corruzione nei suoi confronti. Fava, sul punto, si era autoaccusato. Interrogato dai pm umbri Mario Formisano e Gemma Miliani aveva dichiarato di aver effettivamente fatto verifiche nelle banche dati, finalizzate alla redazione del citato esposto. Tutto regolare, quindi, trattandosi di procedimenti che erano stati definiti con sentenze passate in giudicato.Se per Fava questo è il primo procedimento penale, per Palamara si tratta invece della terza indagine. Ma quali sarebbero, poi, gli articoli incriminati del 29 maggio 2019? Per il Fatto, a firma Marco Lillo, Esposto bomba al Csm: Incarichi ai fratelli di Pignatone e Ielo. Per la Verità, a firma Giacomo Amadori,Sotto inchiesta al Csm lex capo dei pm di Roma e il suo aggiunto: Esposto al Csm su Pignatone e Ielo, affari fra indagati e i loro fratelli. Lo stesso giorno, Repubblica, Corriere e Messaggero apriranno sullindagine di Perugia a carico di Palamara. Repubblica titolerà Corruzione al Csm: il mercato delle toghe, il Corriere Una inchiesta per corruzione agita la corsa per la Procura di Roma e il Messaggero Laccusa al pm Palamara complica i giochi per la Procura di Roma.