«Troppe donne nominate in ruoli dirigenziali»: è la curiosa motivazione con cui il ministero della Pubblica Funzione francese bacchetta il Comune di Parigi per non aver rispettato l'equilibrio di genere nelle assunzioni. Un limite imposto per legge che costerà caro all'amministrazione della sindaca Anne Hidalgo: una strigliata e 90mila euro di multa. La somma è calcolata dal ministero in base alle nomine disposte nel 2018 dal comune parigino: 16 nuovi direttori, tra cui 11 donne e 5 uomini, con un tasso di nomine al femminile che arriva al 69%. «Questi numeri hanno contribuito fortemente alla "femminizzazione" degli impieghi nell'ambito dei ruoli dirigenziali», spiega il ministero nel suo bilancio annuale. «Superando così - aggiunge il ministero - il rapporto stabilito per legge di almeno 40/60». «È davvero paradossale essere sanzionati per aver tentato di riequilibrare il potere di genere nei ruoli apicali: un punto su cui siamo in estremo ritardo», commenta Antoine Guillou, responsabile delle risorse umane per la sindaca Hidalgo. Talmente paradossale, che la norma - pensata per promuovere l'inclusione femminile nei ruoli di potere - avrà vita breve. La legge di «trasformazione della funzione pubblica» varata nell'agosto 2019 prevede, infatti, una deroga quando le nomine sono tese a sanare vecchie diseguaglianza tra uomini e donne sul lavoro. Come è il caso di Parigi, dove il tasso di donne inquadrate in ruoli dirigenziali è del 47 per cento. Mentre tra i funzionari comunali, il numero di donne impiegate non supera il 6 per cento.