«Il Piano vaccini è una sfida epocale che dobbiamo vincere tutti insieme. Serve il massimo sforzo e una collaborazione continua. La riunione fatta oggi in emergenza con le Regioni, il ministro Speranza e il commissario Arcuri è stata molto utile e operativa; si sono ridotti i tempi di distribuzione delle prime dosi del vaccino rispetto alle previsioni e dobbiamo accelerare. Lavoriamo senza sosta, giorno e notte, dal lunedì alla domenica per arrivare a gennaio pronti per la distribuzione capillare su tutto il territorio nazionale, nei quasi 300 presidi individuati per la somministrazione che riguarderà in una primissima fase operatori sanitari che lavorano nelle strutture sanitarie e ospiti e personale sanitario delle Rsa». A dirlo è il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine dell’incontro in videoconferenza con le Regioni sul Piano vaccini. «Entro l’estate 2021 dovremmo essere nelle condizioni potenziali di aver vaccinato tutti gli italiani. Naturalmente l’auspicio è che l’adesione alla campagna vaccinale sia massiccia»,  ha assicurato invece il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli a Rainews 24. «Come in Europa - ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza - l’Agenzia italiana del farmaco Aifa è pronta a formalizzare la procedura italiana immediatamente dopo il via libera dell’Ema». Da quel momento, nel giro di qualche giorno, Pfizer dovrebbe essere in grado di far arrivare le dosi in Italia. «L’epidemia drammatica è ancora in corso e la battaglia non è vinta. Come è noto io sono tra quelli che predicano ogni giorno il rigore e la serietà, perché la partita è difficile e abbiamo mesi non facili davanti. Il vaccino sta arrivando e questo ci fa vedere la luce, ma non arriva domani mattina e non arriva immediatamente per tutti. Quindi ci sarà bisogno ancora di un tempo difficile di resistenza», ha ricordato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento all’evento online Equologica 2020. «Dalla pandemia - ha aggiunto - dovremmo costruire una società più coesa che valorizzi di più i beni pubblici. Che metta al centro le politiche della salute e che abbia un’aspirazione universalista nel senso più nobile del termine».