Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, ritiene necessarie sanzioni penali per chi viola le misure anti Covid. «Se si ferma un soggetto e questo produce un’autocertificazione che ad una verifica risulta falsa, non puoi dargli solo una multa di 300 euro. Devi perseguirlo effettivamente con una denuncia per falso in atto pubblico. Per estremizzare bisogna portarlo di fronte a un giudice penale, così non c’è rischio che si prendano sottogamba le misure», dice Miozzo intervistato dal Messaggero. «Non può passare il messaggio - aggiunge - che si tratta di una sorta di multa per divieto di sosta, va a finire che qualcuno che dica "chi se ne frega" lo trovi sempre». Il piano del Viminale per il periodo festivo Nel periodo delle festività natalizie gli spostamenti per necessità dovranno avvenire sempre con l’utilizzo dell’autocertificazione. Lo sottolinea il Viminale nella circolare inviata a tutte le prefetture a seguito del Dpcm del 3 dicembre scorso. il ministero dell’Interno specifica, inoltre, che «tra le situazioni di necessità, per le quali resta fermo l’uso del modulo di autodichiarazione, può farsi rientrare, a mero titolo di esempio, l’esigenza di raggiungere parenti, ovvero amici, non autosufficienti, allo scopo di prestare ad essi assistenza». «Si raccomanda di voler pianificare, nell’ambito dei lavori del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, mirati servizi di controllo del territorio, specie in prossimità delle festività natalizie, dedicando particolare attenzione alle aree di maggiore affollamento, in cui si possono verificare fenomeni di inosservanza, anche involontaria, delle misure di distanziamento interpersonale», scrive il ministero dell'Interno nella circolare. «Andranno opportunamente sensibilizzati tutti gli attori della sicurezza urbana coinvolti nel dispositivo di controllo - sottolinea il Viminale - tenuto conto della necessità di rafforzare le risorse in campo in ragione della maggiore gravosità dell’impegno». Il ministero dell’Interno ha chiesto alle prefetture, inoltre, di prestare attenzione soprattutto alle giornate che precedono il divieto di spostamento tra Regioni del 21 dicembre. «Analoga attenzione andrà rivolta ai controlli da effettuarsi sulle principali arterie di traffico e sui vari nodi delle reti di trasporto - conclude il Viminale - in considerazione, soprattutto, degli spostamenti conseguenti alle particolari restrizioni previste dal comma 4 dell’art.1 del nuovo d.P.C.M». Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha annunciato ieri che nel periodo natalizio saranno in campo 70 mila agenti per i controlli. Verifiche che saranno effettuate «con grande senso di equilibrio dal momento che sono aperti i negozi anche per salvaguardare un certo tipo di economia». Un monitoraggio che non è mai stato allentato negli ultimi mesi ma che ha visto una intensificazione con il passaggio delle settimane: «Da settembre ad oggi - ha sostenuto il ministro - sono stati fatti circa sei milioni di controlli, anche se il 50% sono stati registrati nel mese di ottobre e novembre». Monitoraggi ulteriori e più intensi saranno fatti in particolare alle frontiere e negli aeroporti, per evitare il diffondersi della pandemia. «Dobbiamo stare attenti - ha ammonito ancora Lamorgese - perché abbiamo avuto l’esperienza dell’estate che non è stata positiva, e dobbiamo evitare assolutamente una terza ondata». La titolare del Viminale si appella prima al senso di civico dei cittadini, chiamati a rispettare le regole stilate dal governo fino al prossimo 6 gennaio, «dobbiamo renderci conto che dobbiamo portare sempre la mascherina, evitare assembramenti. I controlli sono necessari e si faranno, ma occorre un comportamento responsabile da parte di tutti noi», e poi ai titolari di attività commerciali affinché «pongano in essere delle precauzioni, cercando di conservare regole primarie importanti» dato che «nel momento in cui ci sono le strade piene e i negozi aperti non è che possiamo andare a fare controlli molto incisivi, perché si correrebbero rischi ancora più importanti». Un ruolo fondamentale nelle prossime settimane sarà recitato dallo shopping natalizio e, anche su questo tema, la Ministra ricorda che «toccherà a ognuno di noi fare in modo di evitare che ci siano file di persone ravvicinate che possono determinare un rischio per la salute pubblica». C’è la consapevolezza che «sarà un Natale particolare perché siamo in pandemia anche se la curva sta lentamente scendendo. Sarà un Natale di sacrifici e dovremo continuare con le limitazioni alla mobilità». Questo, per Lamorgese, comporta che «dovremo allontanarci dalle nostre tradizioni di fare la festa tutti insieme. Un sacrificio necessario che ci consentirà dopo di affrontare il nuovo anno in maggiore sicurezza». L’ultima questione affrontata è quella della scuola e la riapertura in presenza a gennaio. «I prefetti - precisa Lamorgese - saranno coinvolti per trovare la sintesi delle diverse posizioni in campo cercando con la loro autorevolezza di consentire un’apertura delle scuole nel migliore dei modi». Il compito dei prefetti, ha spiegato, «sarà quello di coordinamento affinché ci sia una riapertura del 75% in presenza. Questo comporterà una serie di azioni compreso l’uso dei mezzi pubblici che dovranno essere incrementati» e «bisognerà lavorare con le Regioni che hanno competenza su questo».