Nel giorno del Dpcm di Natale, cioè il provvedimento che, assieme al decreto legge di due giorni fa, regolerà restrizioni e libertà nel periodo natalizio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tornato a spronare i cittadini alla resistenza e al rispetto delle regole. Il contesto era quello della giornata mondiale della disabilità, celebrata ieri in tutto il mondo e che il capo dello Stato ha omaggiato con un video messaggio. Ma tra gli inviti a mantenere alta l’attenzione sui disagi sociali che devono affrontare le persone diversamente abili e il coraggio infuso dalle loro qualità individuali e umane, Mattarella ha richiamato all’unità l’intero Paese, riconoscendo il periodo di difficoltà in vista di un Natale diverso dagli altri. «È indubbio che la difficile condizione dovuta alla pandemia sta creando disagi e difficoltà a tutti, anche per via delle necessarie ma dolorose restrizioni nella mobilità e nei contatti sociali», ha sottolineato il Colle. Un messaggio che arriva a poche ore dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, illustrato ieri sera in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e che richiede altri sacrifici per evitare il rischio di una terza ondata di contagi nei mesi invernal i.

Sacrifici tuttavia necessari, come ribadito nel corso del videomessaggio.

«Preoccupano le difficoltà e i rischi per ottenere l’assistenza e le cure ordinarie presso i presidi medici e ospedalieri, impegnati faticosamente a fronteggiare l’emergenza Covid - è il ragionamento di Mattarella -. Anche per eliminare queste conseguenze e per tornare a condizioni normali è necessario sconfiggere al più presto il virus, rispettando - malgrado i disagi anche gravi - le norme di comportamento contro il contagio».

E sono proprio l’assistenza sanitaria e le cure ordinarie ad alimentare il dibattito sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, dal momento che i 37 miliardi del Mes per scopi sanitari dovrebbero servire anche a implementare il sistema sanitario con provvedimenti direttamente o indirettamente collegati all’emergenza Covid.

Tema sul quale Forza Italia ribadisce il suo parere favorevole, ma sulla riforma in sede europea del Mes il partito di Berlusconi continua a esprimere contrarietà. «Credo occorra fare chiarezza sulla differenza tra i due argomenti ha detto il responsabile dei dipartimenti azzurri, Giorgio Mulè -. Il grande albero del Mes può dare due frutti: la mela marcia della riforma bancaria e la mela buona dei fondi per il sistema sanitario. Forza Italia è contraria alla prima e favorevole alla seconda».

Un chiarimento che serve a buttare acqua sul fuoco di un partito che, per bocca di diversi esponenti di spicco, da Renato Brunetta a Renata Polverini, fino a Osvaldo Napoli, si è detta contraria alla mossa forzista in sede europea. Che tuttavia martedì prossimo si tradurrà anche in Parlamento con il voto contrario alla ratifica della riforma, alla quale il governo, per mano del ministro dell’economia Roberto Gualtieri, ha già dato voto favorevole.

Ieri intanto in audizione davanti alle commissioni riunite di Trasporti e Affari sociali della Camera, il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, è tornato a parlare del piano di vaccinazione dell’Italia, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato due giorni fa in Parlamento. «A cavallo tra il secondo e il terzo trimestre del prossimo anno saremo potenzialmente in condizione di vaccinare la totalità della popolazione», ha detto Arcuri, fornendo dettagli anche sul fatto che in primavera «è assai probabile che medici di medicina generale e pediatri di libera scelta verranno richiesti di contribuire alla somministrazione dei vaccini ai propri assistiti». Confermati 300 punti di distribuzione del vaccino Pfizer, il primo ad arrivare, entro la fine di gennaio, e il coinvolgimento delle Forze armate nel piano di vaccinazione. «Solo con l'immunità di gregge riusciremo ad uscire in qualche modo da questa tragedia», ha concluso Arcuri.