«Non è intenzione del governo disporre l’obbligatorietà del vaccino» le cui prime dosi verranno somministrate da gennaio. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in Aula al Senato nel corso delle comunicazioni sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid. «Il nostro obiettivo è senza dubbio raggiungere al più presto l’immunità di gregge» ha aggiunto spiegando che nel corso della campagna di vaccinazione «valuteremo il tasso di adesione dei cittadini». «I primi a ricevere i vaccini saranno gli operatori socio-sanitari, i residenti delle Rsa e gli anziani», ha spiegato il ministro. «L’Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza - ha spiegato Speranza - con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale». «Va inoltre ricordato - ha proseguito - che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell’immunità prodotta dal vaccino. La scelta compiuta anche in questo caso è ispirata al principio di massima precauzione. Abbiamo sottoscritto, infatti, in quota parte, per la parte che riguarda l’Italia, pari al 13,46%, tutti i contratti che l’Unione europea ha formalizzato. Non vogliamo correre neanche il più piccolo rischio di non poter disporre di un vaccino autorizzato prima di altri o che dovesse risultare più efficace, in conseguenza della scelta di non partecipare ad una delle acquisizioni stipulate dall’Unione europea. Non abbiamo mai esercitato il diritto di opting-out che era previsto dagli accordi europei» ha spiegato. «Vorrei ancora ricordare che questo meccanismo europeo di acquisto dei vaccini è stato promosso e favorito da un’iniziativa dell’Italia - ha aggiunto - infatti, dalla prima intesa per la fornitura dei vaccini siglata il 13 giugno tra Italia, Germania, Francia e Olanda è poi scaturita la decisione dell’Unione europea di centralizzare a Bruxelles la negoziazione e la stipula di tutti i contratti». «Non sono dunque i singoli Stati a trattare con le case farmaceutiche - ha precisato - ma è la Commissione a negoziare per conto di tutti i Paesi europei. La Commissione europea e gli Stati membri hanno infatti sottoscritto un accordo in base al quale i negoziati con le aziende produttrici sono stati affidati in esclusiva alla stessa Commissione, affiancata da un gruppo di sette negoziatori in rappresentanza degli Stati membri (tra i sette è rappresentata l’Italia) e da uno steering board, che assume le decisioni finali, ove siedono rappresentanti di tutti gli Stati membri. Le trattative avviate si sono concentrate su un gruppo di aziende che stanno sviluppando vaccini con diversa tecnologia. Queste dosi saranno distribuite agli Stati membri, come dicevo, in proporzione alle rispettive popolazioni a partire dal primo trimestre del 2021 e con una più significativa distribuzione delle dosi nel secondo e nel terzo trimestre, per completarsi sostanzialmente nel quarto trimestre del prossimo anno». «Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine - cosa su cui non possiamo, per le ragioni che prima dicevo, ancora avere certezza assoluta - l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Johnson & Johnson 26,92 milioni di dosi, per il contratto con Sanofi 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi, per il contratto con CureVac 30,285 milioni di dosi, per il contratto con Moderna 10,768 milioni di dosi. Sono chiaramente numeri ancora subordinati a processi autorizzativi che non sono ancora completati» ha concluso. Le nuove misure del governo per il periodo natalizio «Le scelte adottate dal governo sono difficili quanto necessarie», ha ribadito Speranza annunciando le nuove misure in vista del periodo natalizio. «Se abbassiamo la guardia - ha sottolineato - la terza ondata è dietro l’angolo». «Siamo consapevoli dei sacrifici» chiesti con le misure del governo «ma senza sarebbe stato difficile tenere la curva sotto controllo e il servizio sanitario non reggerebbe. L’Rt è sceso da 1,7 a 1,08 in 4 settimane e tutto dovrebbe confermare che continuerà a scendere. Sono fiducioso che a breve l’indice possa scendere sotto 1 e questo è essenziale per portare il contagio sotto controllo». «Ripeto ancora una volta un concetto per me basilare: senza consistenti limitazioni dei movimenti, un cambio sostanziale delle nostre abitudini e un rigoroso rispetto delle regole di sicurezza, la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata al fallimento. Questa è la verità che è dinanzi a noi». «In società fortemente sviluppate come la nostra -ha spiegato - senza ridurre gli spostamenti e le occasioni di contagio, la convivenza con il virus è difficilmente realizzabile. Per questo con il prossimo Dpcm dobbiamo continuare con misure chiare e rigorose, anche per non vanificare il lavoro fatto nelle ultime settimane». «L’orientamento del governo è di confermare il modello delle Regioni per scenari e rischi», la divisione tra Regioni «rosse, arancioni e gialli» perché «risultati per noi sono stati soddisfacenti», «l’impianto è corretto e sta funzionando». «L’orientamento del governo, durante le feste natalizie, è di disincentivare gli spostamenti internazionali, limitare gli spostamenti tra le Regioni e nei giorni del 25, 26 dicembre e del 1 gennaio limitare gli spostamenti anche tra i Comuni».