Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca chiede al Governo nazionale il lockdown totale. «I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale», scrive De Luca in una nota. «È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). È indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo», conclude il governatore. Con le ordinanze 79, 80, 81 e 82, De Luca aveva già varato misure più restrittive rispetto quelle del dpcm del 18 ottobre scorso, vietando le lezioni universitarie e scolastiche in presenza, pur lasciando aperti asili e nidi per l’infanzia, non consentendo da oggi la mobilità interprovinciale e imponendo da questa sera l’obbligo di chiusura alle 23 a teatri, cinema, locali, ristoranti, pub e pizzerie e il "coprifuoco" ai campani. I casi di contagio ieri erano oltre 1.500 in 24 ore, ma soprattutto i posti letti di degenza sono quasi tutti occupati; meno problemi per le terapie intensive, ma resta il nodo degli asintomatici e della densità abitativa di molte zone della regione. Ma il presidente del Consiglio,  Giuseppe Conte, sembra resistere alla linea più dura dei governatori: «Siamo ancora dentro la pandemia, dobbiamo tenere l’attenzione altissima. Forti dell’esperienza della scorsa primavera, dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, come pure la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici. Dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato», ha detto in un videomessaggio per il Festival del Lavoro 2020. Nuova stretta in Calabria: coprifuoco e didattica a distanza Sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso; accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione. Sono queste, spiega una nota della Regione Calabria, le principali misure contenute nell’ordinanza firmata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, che dovranno essere osservate fino 13 novembre 2020, per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. L’ordinanza, sottoscritta dal delegato del soggetto attuatore Antonio Belcastro, di fatto aggiorna le disposizioni regionali dell’ordinanza n. 73/2020 ai sensi dell’art. 1 comma 2 lettera a) del decreto legge n. 125 del 7 ottobre 2020. Il provvedimento dispone poi l’obbligo, sull’intero territorio regionale, di avere sempre con sé le mascherine o dispositivi di protezione e «di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto, a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi e, comunque, con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande». Si stabilisce anche che «le Aziende ospedaliere dovranno provvedere a incrementare la dotazione di posti letto dedicati all’assistenza di pazienti affetti da Covid-19 nella misura del 20% di quanto previsto nel Dca n. 91/2020, entro 10 giorni dall’adozione della nuova ordinanza». Inoltre, «obbligo, per gli operatori sanitari dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali, al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività accedendo al sistema centrale di Immuni». Per gli operatori sanitari addetti alle indagini epidemiologiche e al contact tracing, poi, si ribadisce «l’obbligo di utilizzare una scheda informatizzata per la raccolta dei dati sui casi, la ricerca della fonte d’infezione e l’identificazione dei contatti, sulla base di quanto contenuto nel Rapporto Iss Covid-19 n. 53/2020, specificando che resta in capo alle Aziende sanitarie e ospedaliere, attraverso i referenti appositamente individuati ed abilitati all’accesso, l’inserimento dei dati nella piattaforma web di sorveglianza integrata Covid-19 nazionale ed in quella di reportistica Covid-19 regionale».