Sono passati quindici anni dalla morte di Federico Aldrovandi, il 18enne ucciso a Ferrara durante un controllo della Polizia e divenuto un simbolo con la battaglia dei suoi genitori per avere giustizia. Il suo corpo massacrato, pestato fino alla morte, fu abbandonato sull'asfalto: «54 lesioni addosso, la distruzione dello scroto, buchi sulla testa, il cuore compresso o colpito da un forte colpo». «Il 25 settembre di ogni anno, giunta l'alba, si ripete quello che per me rimarrà per sempre un incubo, o peggio, il ricordo orribile dell'uccisione di un figlio da parte di chi avrebbe dovuto proteggergli la vita», scrive oggi su Facebook il padre del giovane, Lino, mentre la madre, Patrizia Moretti, su Twitter invita a «non dimenticare» e posta un video-omaggio della curva ovest della Spal, la squadra di Federico. Lino Aldrovandi ricorda la storia del figlio: «Nato a Ferrara il 17 luglio 1987, terminò forzatamente la sua breve vita ad appena diciotto anni, alle ore 6.04 di un assurdo 25 settembre 2005, sull'asfalto grigio e freddo di via Ippodromo, di fronte all'entrata dell'ippodromo, in Ferrara, in un luogo forse troppo silenzioso, ucciso senza una ragione all'alba di una domenica mattina da 4 persone con una divisa addosso». E cita i nomi dei poliziotti che vennero condannati per eccesso colposo in omicidio colposo, a tre anni e sei mesi: Monica Segatto, Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani. «Ricordiamocelo sempre quando si abbia a parlare di questa orribile storia, per non correre il rischio di sminuire, annullare o resettare una verità che oltre a produrre inevitabilmente tanto dolore lacerante, sopratutto in chi lha subita, ha comunque aperto una strada anche se difficile da percorrere, verso quei luoghi chiamati rispetto, dignità, civiltà, democrazia, legalità, umanità, partecipazione, impunità», continua il padre di Federico, appigliandosi a «quel poco di giustizia» resa dalle parole scritte dai giudici negli atti processuali dei tre ordini di giudizio che portarono alla condanna definitiva degli agenti. Nel pomeriggio a Ospital Monacale, Comune di Argenta (Ferrara) a Federico viene intitolato un giardino pubblico. La celebrazione, alla presenza del sindaco, è accompagnata dalla musica dei Moden City Ramblers, il gruppo che qualche anno fa dedicò una canzone a Federico, dal titolo La luna di Ferrara. «Lidea di dare il nome di mio figlio ad un parco, sa di natura, di respiro, di voglia di correrci dentro a perdifiato. E solo i bimbi lo possono fare senza mai fermarsi, quello di correre a perdifiato, come faceva Federico», conclude Lino Aldrovandi.