«Cari amici, vi saluto con tanto affetto e vi ringrazio per la vostra vicinanza. So che avete a cuore le mie condizioni di salute: sono stato in ospedale, in terapia intensiva, ma mi hanno dimesso per il rischio di contagio da Covid. Adesso sono a casa». E' l'avvocato Aytaç Ünsal, rilasciato dalla Corte Suprema turca dopo 215 giorni di sciopero della fame, a dare un aggiornamento sulle proprie condizioni di salute in un videomessaggio indirizzato ad amici e sostenitori. «Ebru potrebbe essere qui con me - continua Ünsal - curata a casa, ma non lo hanno permesso. La Corte Suprema avrebbe dovuto prendere la stessa decisione per lei: non c’era alcun ostacolo legale. Ma hanno voluto aspettare. Coloro che sono responsabili della sua morte, prima o poi pagheranno. Mi riprenderò, starà meglio, e mi unirò di nuovo alla battaglia per i diritti». L'avvocato dissidente condannato a 10 anni e sei mesi di carcere in appello con l’accusa di terrorismo, è tornato in libertà lo scorso 3 settembre a causa delle gravi condizioni di salute. A stabilire la sua scarcerazione temporanea è stata la Corte di Cassazione, che ha però posticipato di tre giorni l’effettiva esecuzione della decisione, presa, in realtà, il primo settembre. Ünsal protesta da quasi un anno per ottenere un processo equo, insieme alla collega Ebru Timtik, morta il 27 agosto dopo 238 giorni di digiuno.