«Alla scuola dobbiamo un grande rispetto. E, nel nome della scuola, occorrono, pur nel normale confronto dialettico che deve esserci sempre in una società sana e democratica, più collaborazione, più proposte e meno scontro politico. Approfittare della scuola per fare mera propaganda, ancor più in periodi delicati come questo, significa non agire nell’interesse delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi». Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in Aula alla Camera. «Quel che non meritano le nostre ragazze e i nostri ragazzi, il personale della scuola, le famiglie è assistere a polemiche sterili che si consumano sulla loro pelle. Non meritano di ascoltare slogan e frasi ad effetto che puntano alla pancia dell’elettorato, ma non lasciano poi nulla di concreto sul tavolo».

«Un lavoro corale»

  «Si tratta di un lavoro che ha coinvolto migliaia di persone in tutta Italia, una squadra che ha lavorato senza sosta con l’obiettivo comune di riportare a scuola gli studenti, a tutti coloro che hanno contribuito il mio sentito grazie. Se la scuola sta ripartendo è grazie a questo sforzo corale di cui il paese deve essere orgoglioso»; ha spiegato Azzolina nel corso dell’informativa urgente alla Camera sull’avvio dell’anno scolastico. «Ogni singolo documento è stato condiviso, a partire dal piano per la ripresa, da quel documento è partito un lavoro che ha attraversato l’intera estate - ha aggiunto - sono fiera come ministra e italiana di poter dire che ho trovato molta collaborazione sul territorio». «Abbiamo letto racconti ingiusti a carico della scuola. Riferimenti a docenti che non vogliono sottoporsi al test sierologico, che non vogliono svolgere i percorsi di integrazione e recupero degli apprendimenti, che vogliono dichiararsi in massa lavoratori fragili per non tornare in aula. Come ho avuto modo di dire anche ieri in Senato, sulla scuola si fanno troppe semplificazioni e narrazioni al ribasso che, in casi come questi, rischiano persino di danneggiare un’intera categoria, quella dei docenti, che tanto ha dato e continua a dare alle nuove generazioni», ha aggiunto.

Riparte la stagione degli investimenti

  «La stagione degli investimenti sulla scuola è ripartita. Mentre abbiamo archiviato quella dei tagli che tanto male ha fatto al mondo dell’istruzione costringendolo, per anni, ad arrancare e a soffrire di un cronico sottofinanziamento - ha sottolineato Azzolina -. Solo per la ripartenza di settembre - ha ricordato - abbiamo stanziato oltre 2,9 miliardi. Nessun altro Paese europeo ha messo tante risorse su questo capitolo. E se consideriamo le risorse mobilitate da quando ho giurato come ministra, a gennaio, parliamo di circa 7 miliardi». «Ho letto approssimazioni e dati senza una fonte certa che parlano di centinaia di migliaia di studenti che non avranno la mensa. Non è così. Saranno necessari adattamenti, ci saranno nuove regole, ma nessuno vuol togliere il tempo pieno ai bambini. Dove ci sono delle criticità - ha proseguito - i nostri Uffici scolastici regionali stanno intervenendo a supporto delle scuole, in raccordo con i Comuni che gestiscono il servizio mensa».

Lo Stato fornirà le mascherine

  «Voglio ribadirlo ancora una volta: sarà lo Stato a fornire le mascherine necessarie, per tutto il personale scolastico e tutti gli studenti. Il Commissario straordinario per l’emergenza si sta occupando della loro distribuzione», ha spiegato. «Un’attenzione particolare è riservata alle studentesse e agli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Anche qui, sui ragazzi con disabilità in queste ore che precedono l’avvio delle lezioni, abbiamo letto di tutto. Li avremmo abbandonati, marginalizzati, staremmo per tagliare fuori le famiglie dai processi decisionali. Tutto falso», ha spiegato il ministro. «Sono stata docente di sostegno - ha sottolineato - non potrei mai lavorare al ribasso nei confronti di queste studentesse e questi studenti. I mali del sostegno vengono da lontano: chi vive la scuola lo sa. Per risolverli - ha proseguito - servono programmazione e regole nuove sul reclutamento dei docenti. Abbiamo una carenza cronica di specialisti. Quest’anno abbiamo aumentato i posti per chi vuole specializzarsi, ma non basta. Sul sostegno serve un piano strategico e abbiamo già cominciato a lavorarci» ha annunciato.

«Sui banchi trasparenza e rigore»

  Sui banchi «il ministero dell'Istruzione ha agito con trasparenza e rigore. Abbiamo chiesto a tutti i dirigenti scolastici di fornirci con precisione dati certi rispetto al fabbisogno di arredi di ciascuna scuola. Non abbiamo imposto una sola tipologia di banco, come ho continuato a leggere da più parti, ma semplicemente lo Stato, per la prima volta, si è preso la responsabilità di sostenere le scuole aiutandole a rinnovare gli arredi», ha poi precisato. «Si tratta di banchi monoposto di tipo tradizionale e di tipo innovativo. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico del ministero della Salute, nel documento del 28 maggio, ha suggerito l’uso di sedute monoposto per favorire il distanziamento», ha spiegato. «Le rassegne stampa degli ultimi anni ci restituivano, spesso, soprattutto a livello locale, le doglianze di molti dirigenti scolastici che chiedevano banchi nuovi senza riceverli. Anche questa è una svolta evidente», ha detto Azzolina.

«Sui docenti numeri e notizie falsi»

  «Sono circolati numeri su cattedre destinate a rimanere vuote, allarmi su un "caos" che tutti si sono affrettati a vaticinare, anche a molti giorni di distanza dalla ripresa, spaventando di continuo studenti, famiglie e lo stesso personale scolastico. Stupisce la perdita di memoria di quanti parlano di questo avvio con termini che, in realtà, accompagnano, ogni anno, il racconto della scuola che riparte. Senza risparmiare nessuna stagione». «La provincializzazione e la digitalizzazione stanno facendo emergere un dato estremamente significativo: da anni, nelle precedenti graduatorie, esistevano posizioni, con punteggi difficilmente verificabili e con gradi di incongruenza critici. È stato attivato un sistema, di controllo diffuso e multilivello, che oggi consente di rendere trasparenti tutte queste posizioni e di permettere da subito, agli uffici e alle scuole, di riportare a verità e correttezza la gestione», ha poi spiegato. «In sintesi - ha sottolineato - è stato messo in campo uno strumento che inizia a porre rimedio in via strutturale a problematiche annose per il nostro sistema d’istruzione, fra le quali la mancanza cronica di alcune tipologie di docenti soprattutto nelle aree del nord del nostro Paese, che sgrava le istituzioni scolastiche da una mole enorme di incombenze, che porta all’emersione di anomalie da perseguire e che pone un freno alla vecchia roulette della scelta delle singole istituzioni scolastiche. Anche su questo - ha sostenuto - ci sono state molte polemiche pretestuose».

«Basta propaganda sulla pelle degli studenti»

  «La propaganda elettorale ha usato la scuola in un modo sconsiderato. Faccio un appello a tutti: teniamo fuori la scuola dalle dispute elettorali. È da irresponsabili strumentalizzare l’educazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, per un pugno di voti», ha detto la ministra. «Restiamo sul terreno della dialettica politica - ha proseguito - quella politica che pensa al futuro delle prossime generazioni e non all’immediato, effimero, consenso delle più vicine tornate elettorali».

«Il governo ha fatto il suo dovere»

  «Con la ripresa delle attività scolastiche emergerà, altresì, una verità - ha aggiunto - il Governo ha fatto quello che era suo dovere fare in un costante equilibrio tra diritto all'istruzione e diritto alla salute, il Parlamento ha approvato leggi che hanno consentito di intervenire puntualmente nella gestione dell'emergenza e nella programmazione del nuovo anno scolastico».