C'è anche una italiana di 92 anni tra le 157 persone morte nell'esplosione che martedì scorso ha devastato Beirut. Tra i 5mila feriti sarebbero almeno dieci gli italiani. Un bilancio ancora parziale, di un disastro ancora tutto da chiarire. L'italiana si chiamava era Maria Pia Livadiotti, nata a Beirut nel 1928 e iscritta al registro anagrafico di Roma dei cittadini residenti all'estero. La donna è morta in casa, probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d'urto dell'esplosione, che ha distrutto case e causato morti e feriti per diversi chilometri. Sul suo corpo non vi erano segni di ferite da schegge o lamiere. Livadiotti era una delle più longeve italiane di Beirut e aveva quasi sempre vissuto nella capitale libanese. Era vedova di Lutfallah Abi Sleiman, medico di fiducia dell'ambasciata d'Italia a Beirut. Ferito lievemente in trada anche il figlio della donna, che ha trovato la madre senza vita una volta tornato a casa. Intanto sono oltre 150 le persone che hanno perso la vita nella tragedia di martedì. Tra loro anche una donna siriana assieme ai suoi quattro figli, in fuga dalla guerra e di passaggio in Libano, morti poche ore prima di imbarcarsi su un aereo che li avrebbe portati in Germania, dove li attendeva il marito e il padre dei bambini. La mamma e i suoi piccoli erano arrivati nei giorni scorsi a Beirut e alloggiavano in una pensione non lontano dal porto. L'esplosione ha divelto le pareti e le finestre della loro stanza e, secondo le fonti, sono tutti morti sul colpo. Intanto, l'Unione degli ospedali del Libano fa sapere che non c'è una vera e propria necessità di allestire ospedali da campo, come fatto dalla Russia e come si appresta a fare l'Iran, perché il picco della pressione sugli ospedali è già superato.