Cammina lento, Renzo Piano, su quel ponte che ha progettato, pensato e ideato ispirandosi alla sua Genova, fragile da sempre e ferita da quel 14 agosto di due anni fa. Mancano pochi minuti allinaugurazione del nuovo San Giorgio, cresciuto, pilone dopo pilone, sulle macerie di quello che fu il Morandi, sbriciolatosi e ridotto in polvere durante un temporale. Ed è proprio la pioggia a fare da collante tra il prima e il dopo, quasi a testimoniare le lacrime dei parenti delle 43 vittime, che comprensibilmente hanno deciso di non presenziare alla manifestazione. Una pioggia battente, un ricordo indelebile. Perchè quel giorno, oltre al cemento, è crollata una certa idea di Italia, fondata sulla manutenzione a scatti, talvolta assente. Unaltra Italia, quella del merito e della ricostruzione, della creatività e dellingegneria, era presente ieri sullasfalto del nuovo ponte, che sarà percorribile da domani. Cera Renzo Piano, cera il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che prima di partecipare alla cerimonia ha incontrato i parenti delle vittime, con queste parole: «La ferita non si rimargina, il dolore non si dimentica e la solidarietà non viene meno in alcun modo». E cerano le centinaia di operai che il nuovo ponte lhanno costruito, fermandosi solo il giorno di Natale e durante le condizioni climatiche più impervie. Hanno assemblato 67mila tonnellate di calcestruzzo, 18 piloni, 17.500 tonnellate dacciaio, 1.067 metri dasfalto. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha indossato una mascherina con la croce di San Giorgio e ha parlato del nuovo ponte come «frutto dellenergia creativa del genio italico». Accanto a lui, il presidente della Camera, Roberto Fico, e la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Presente anche Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale. Poco prima dellinaugurazione, le note di Creuza de Mar di Fabrizio De Andrè hanno risuonato nella valle del Polcevera. Poco dopo, lInno di Mameli. Una voce strozzata ha ricordato i nomi delle 43 vittime. Subito dopo, tre minuti di silenzio hanno abbracciato il nuovo Genova San Giorgio. «Ce labbiamo fatta - ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci - Siamo contenti e orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare, ma queste cose non devono succedere più. Il primo cittadino ha rivolto un pensiero ai parenti delle vittime, ai genovesi e agli operai del ponte, «oltre 1.200 persone che hanno sudato e lavorato superando problemi enormi». Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha citato Enzo Tortora, genovese, e il suo «Dove eravamo rimasti?», auspicando di rimettersi in cammino per Genova. Infine Renzo Piano, secondo il quale «costruire un ponte è un gesto di pace», progettato come «un grande vascello bianco che passo passo attraversa la valle». Sopra la quale, dopo il temporale, ieri è comparso un arcobaleno a tutto cielo, disegnato, chissà, in ricordo delle persone che in fondo a quella valle hanno perso la vita.