Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha adottato ieri una raccomandazione che aggiorna le regole penitenziarie europee risalenti al 2006. Il testo è stato elaborato dal Consiglio di cooperazione penologico del Consiglio d'Europa che vanta un rappresentante italiano dal 2018, il magistrato del Tribunale di Brescia Anna Ferrari. La raccomandazione, che recepisce la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, si occupa di ogni aspetto della vita del detenuto fin dal primo momento della restrizione della libertà: dalla custodia cautelare alla detenzione definitiva.

Fra i principali temi affrontati, il trattamento delle donne detenute, quello dei dati personali dei detenuti, la risocializzazione, il reinserimento nella società, il detenuto lavoratore, le misure speciali di alta sicurezza, il personale della polizia penitenziaria e del personale di protection. I lavori si sono concentrati anche sull'isolamento del detenuto.

Un punto su cui si misurerà il legislatore italiano sarà quindi “la tenuta” del regime penitenziario dell'articolo 41 bis. L'isolamento penitenziario, regola numero 60, viene definito nella raccomandazione nella circostanza di “essere ristretti per più di 22 ore al giorno senza significativi contatti umani”. Lo stato di salute del detenuto per il Consiglio d'Europa, comunque, deve essere sempre tenuto in considerazione prima di disporre la misura ed in ogni caso deve essere garantito al detenuto in isolamento il monitoraggio sanitario e un “minimo di contatti con persone diverse da polizia penitenziaria”.

Il Consiglio d'Europa richiede poi che l'isolamento sia limitato il più possibile a casi specificamente previsti in quanto gli effetti sulla salute del detenuto, salute fisica e mentale, sono deleteri. Se lo stato di salute del detenuto peggiora, l'isolamento deve essere interrotto.

L'isolamento penitenziario non deve mai essere imposto ai minorenni, alle donne in gravidanza, alle madri che allattano, ai detenuti genitori di figli in tenera età. La discussione che ha portato al testo sull'isolamento aveva visto Paesi come la Francia sollevare obiezioni in quanto nelle carceri francesi ci sono detenuti in isolamento dopo gli attentati del Bataclan. Osservazioni anche dall'Italia in relazione alla compatibilità con il citato articolo 41 bis per i reati di mafia e terrorismo. La legislazione, dunque, deve stabilire un limite temporale massimo nel quale il detenuto sia collocato in isolamento, con l'auspicio che lo stesso sia quotidianamente visitato da un medico e riceva la visita del direttore del penitenziario o quanto meno del personale di polizia penitenziaria.

Per l’Italia la compatibilità della raccomandazione e delle nuove regole penitenziarie recepiscono in parte le regole ' Mandela'. La raccomandazione nelle fonti del diritto si colloca come alta esortazione per tutti i paesi, 47, aderenti al Consiglio d'Europa: si rivolge al legislatore e alla politica per orientarne la normativa.