Allarme Veneto. Anche se «non è vero che siamo di fronte a un aumento dei focolai nella nostra regione: sono 22, ma se guardiamo il trend settimanale, a partire dal 25 maggio contiamo 135 focolai, scesi poi a 75, 56, 35 e ora 22». Luca Zaia puntualizza anche i dati statistici, ma in realtà a preoccuparlo non sono tanto i numeri quanto un paio di immagini: quella delle «spiagge affollate del fine settimana» e l’altra del focolaio individuato tra «badanti rumene che si sarebbero contagiate di ritorno dal loro Paese durante il viaggio in pullman». Ed è in particolare sul secondo dei due fronti che il presidente del Veneto, nel suo consueto punto stampa dalla sede della Protezione civile di Porto Marghera,  promette un intervento in profondità: abbiamo disposto, dice Luca Zaia, «test per tutti i familiari (cioè per i datori di lavoro, ndr) e per tutte le badanti a rischio». Poi la precisazione: «In Veneto si curano le persone a prescindere da ogni documento, credo religioso, orientamento sessuale, colore della pelle e altro», ha poi detto in risposta ai giornalisti. Il che però nel caso di specie sembrerebbe leggibile piuttosto come la ricerca di uno specifico target di possibili infettati. D’altra parte «i due focolai che preoccupano maggiormente sono quello di Feltre e», appunto, «quello definito delle badanti romene, perché sviluppatosi tra 8 badanti che hanno viaggiato assieme dalla Romania all’Italia». Ma una parte significativa dell’incontro con i giornalisti è riservata, dal presidente veneto, a quell’altra immagine, i lidi pieni di bagnanti e di nonchalance: «Abbiamo avuto un weekend molto affollato nelle spiagge e abbiamo avuto molte segnalazioni. Noi siamo fortemente preoccupati perché ora la responsabilità è dei veneti, oggi siamo artefici del nostro futuro. Se anche il semplice uso di mascherina negli assembramenti non è più rispettato e tutto è diventato la festa della libertà, ne prendo atto, ma stiamo mettendo a repentaglio un grande lavoro fatto. Quindi il mio invito è di restare nei binari del sostenibile», è l'appello di Zaia.