Dal rinvio della riforma delle intercettazioni alle nuove norme sulla scarcerazioni, fino all’utilizzo di droni da parte della polizia penitenziaria. E ancora, la ripresa dei processi, dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, e l’avvio dell’App Immuni. Sono le principali misure contenute nel decreto Carceri approvato in via definitiva dalla Camera. Il decreto raggruppa i due provvedimenti varati dal governo durante la fase del lockdown in materia di giustizia. Queste le principali misure:
  • rinvio della riforma sulle intercettazioni: il decreto proroga al 1 settembre 2020 il termine a partire dal quale la riforma della disciplina delle intercettazioni troverà applicazione. Prevede invece che entri immediatamente in vigore la disposizione (quindi senza alcuna proroga rispetto al termine del 30 aprile stabilito dalla legge di conversione del decreto-legge medesimo) relativa all’adozione del decreto del ministro della Giustizia con il quale vengono stabiliti le modalità da seguire per il deposito in forma telematica degli atti e dei provvedimenti riguardanti le intercettazioni, nonché i termini a decorrere dai quali il deposito in forma telematica sarà l’unico consentito. Il decreto potrà essere adottato previo accertamento della funzionalità dei servizi di comunicazione e nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione,la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.
  • Utilizzo di droni: la misura, introdotta durante l’esame al Senato, consente alla polizia penitenziaria di utilizzare i droni per assicurare una più efficace vigilanza sugli istituti penitenziari e garantire la sicurezza al loro interno. Una misura che segue alcuni episodi di rivolte all’interno di diversi istituti penitenziari durante la fase del lockdown.
  • Stretta sulle scarcerazioni per rischio covid: il provvedimento apporta alcune modifiche alla disciplina procedimentale dei permessi di "necessita" e della detenzione domiciliare "in deroga", cioè sostitutiva del differimento dell’esecuzione della pena. Le nuove norme sono state assunte dal governo dopo la scarcerazione di alcuni boss mafiosi e di detenuti colpevoli di reati gravi, a seguito dell’emergenza coronavirus. La modifica consiste nella previsione di un parere obbligatorio che i giudici di sorveglianza devono richiedere al Procuratore antimafia in ordine all’attualità dei collegamenti con la criminalità organizzata ed alla pericolosità del soggetto: solo al Procuratore distrettuale se la decisione riguarda l’autore di uno dei gravi reati elencati nell’art. 51 comma 3-bis e comma 3-quater c.p.p., anche al Procuratore nazionale, se riguarda un detenuto sottoposto al regime detentivo speciale del 41-bis. Vi è l’obbligo di revoca del provvedimento di ammissione alla detenzione domiciliare "in deroga" quando vengano meno le condizioni per le quali era stata concessa. In particolare l’articolo stabilisce, per i giudici di sorveglianza, l’obbligo di valutare l’effettiva permanenza dei motivi legati all'emergenza sanitaria che hanno determinato la collocazione extra-muraria del detenuto a causa delle sue condizioni di salute. Inoltre, è stata introdotta una disposizione che stabilisce che il tribunale di sorveglianza decida in via definitiva sulla ammissione alla detenzione domiciliare (o sul differimento della pena) entro trenta giorni dalla ricezione del provvedimento di revoca. Il mancato intervento della decisione del tribunale nel termine prescritto,determina la perdita di efficacia del provvedimento di revoca. Infine, si prevede l’obbligo di una revisione periodica, da parte del pubblico ministero, sulla effettiva permanenza dei motivi, legati all'emergenza epidemiologica in corso, che hanno determinato la sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari nei confronti di imputati per gravi delitti.
  • Colloqui dei detenuti: la norma interviene sulla disciplina relativa ai colloqui in carcere limitatamente al periodo compreso tra il 19 maggio e il 30 giugno 2020. Anche questa misura interviene dopo le rivolte scoppiate in alcuni istituti penitenziari durante la fase del lockdown a seguito dello stop ai colloqui per evitare i contagi. Oltre ad essere prevista la possibilità di svolgere tali colloqui a distanza mediante apparecchiature e collegamenti, è reintrodotta la possibilità per i detenuti di poter vedere i propri congiunti almeno una volta al mese. Viene confermata la prerogativa del Garante nazionale dei detenuti del colloquio riservato.
  • I processi tornano alla normalità: il decreto fa ripartire, seppur ancora in parte, l’attività della giustizia, con la ripresa dei processi. Il 30 giugno terminerà la fase emergenziale negli uffici giudiziari. Dal 1 luglio, dunque, il sistema giudiziario tornerà alla normalità; per quanto riguarda la possibilità di svolgere le udienze civili mediante collegamenti da remoto, si precisa che il giudice dovrà essere fisicamente presente nell’ufficio giudiziario e che il luogo fisico posto all’interno dell’ufficio giudiziario dal quale si collega il magistrato è da considerarsi, a tutti gli effetti di legge, aula d’udienza; per quanto riguarda le udienze penali, si esclude che possano tenersi con modalità da remoto le udienze di discussione finale, in pubblica udienza o in camera di consiglio e le udienze nelle quali devono essere esaminati testimoni, parti,consulenti o periti. Nei procedimenti penali in Cassazione si consente, oltre che alle parti private, anche al Procuratore generale, di chiedere la discussione orale, evitando così chela causa sia trattata in camera di consiglio, con modalità da remoto, senza la sua partecipazione. Altre norme riguardano la giustizia contabile e amministrativa.
  • App Immuni: il decreto istituisce presso il ministero della Salute una piattaforma per il tracciamento dei contatti tra le persone che installino, su base volontaria, un’apposita applicazione per dispositivi di telefonia mobile complementare; è un sistema di allerta sulle persone che siano entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi al virus Covid-19. I dati raccolti non possono essere trattati per finalità diverse da quelle specificate e il mancato utilizzo dell’app non comporterà alcuna conseguenza. Si prevede infine che la piattaforma venga realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite dalla Sogei (società a totale partecipazione pubblica) e tramite programmi informatici di titolarità pubblica.