Secondo l’economista Alberto Bagnai presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato l’ invocare Il Fondo Sanitario del MES, che per l’Italia vale circa36 miliardi, per il biennio 2020, 2021, ossia, per un biennio, un importo pari al PIL del 2018, è da irresponsabili, perché le clausole di condizionalità del MES sono tutt’ora vigenti. E l’Unione Europea, cessata la pandemia potrebbe rilevare che il prestito ha generato un aumento del nostro deficit, che la autorizza a commissariarci.

Bagnai dice che essendoci i finanziamenti BCE è inutile ricorrere al MES sanitario per la spesa sanitaria che l’Italia dovrebbe sostenere per attrezzarsi meglio contro la attuale pandemia e e future. Aggiunge che farsi finanziare dal MES per la spesa sanitaria è dannoso in quanto il creditore ha il privilegio della priorità di riscossione degli insoluti e ciò genera un rialzo del tasso di interesse sui nostri prestiti nazionali, in quanto crediti secondari rispetto ai privilegiati.

Bagnai ha ragione, se sostiene che i prestiti domestici sono, a parità di tassi, preferibili a quelli esteri, quando generano un debito interno e non un debito estero.

Ma i nostri prestiti interni sono acquistati anche da soggetti esteri e se sono0 rilevati dalla BCE, nei suoi confronti si genera un prestiti estero, il cui servizio noi dobbiamo pagare con un avanzo della nostra bilancia dei pagamenti, con un rischio di liquidità ed eventualmente di solvibilità, il cui accertamento dipende dalle clausole del Fiscal Compact, il patto di stabilità e crescita e dalle valutazioni delle agenzie di rating internazionali, al di fuori del nostro controllo.

Non riesco a vedere in che modo un prestito con il MES sanitario sia “peggiore” da questo punto di vista rispetto a, un prestito domestico acquistato dalla BCE, soggetto esterno all’Italia, in quanto la Banca di Italia non è una banca nazionale, ma un braccio della BCE. Sono stupefatto dell’entusiasmo che Bagnai mostra per l’indebitamento con la BCE, dato che da anni sostiene che all’Italia l’euro non conviene.

Il MES non è è una Banca Centrale Estera, ma una banca di diritto commerciale che l’Italia co- finanzia in euro cosi che i debiti che contraiamo con essa si annullano quando vanno a compensare le somme versate ad essa, per finanziarlo. Sino ad ora l’ltalia, a quanto sembra, ha un credito con il MES di 14,3 miliardi che, con gli interessi composti, sono almeno 15 miliardi. Francia, Spagna, Grecia e Portogallo non intendono fruire di questo Fondo, per loro diverse ragioni.

Ma Germania, Olanda, Belgio, Irlanda, Finlandia e gli altri paesi minori che vi partecipano lo faranno. La loro quota complessiva del MES è il 40% sicché noi diverremo creditori di un altro 40% della nostra quota: altri 15 miliardi. In totale 30 miliardi sui 36 che possiamo prendere dal MES sanitario, che ove tutto utilizzato ci lascerebbe un debito di 6 miliardi di ero.

Ma sino a 30 non avremmo alcun debito con il MES. D’altra parte, se è vero- come è veroche le clausole di condizionalità del Fiscal Compact ritornano, passata la pandemia, è anche vero che il prestito del MES sanitario al tasso dello 0,1 in denaro o in natura, non genera alcun deficit di bilancio né farebbe scattare la clausola di debito eccessivo, se fosse entro i 30 miliardi, in quanto non aggraverebbe il nostro debito, in particolare quello che incide sulla bilancia dei pagamenti.

Viceversa il deficit di bilancio per le spese sanitarie, che Bagnai propone di finanziare, con un prestito italiano, le fa scattare in quanto comporta di aumentare il debito domestico che la BCE assorbe con la chiave asimmetrica, che non può valere per il debito sanitario, in quanto per questo vi è un apposito strumento a cui contribuiremmo senza servircene.

Donde il paradosso che è proprio il ricorso al MES sanitario che riduce il rischio di commissariamento per debito eccessivo, passata la pandemia.

Aggiungo che il denaro del MES sanitario andrà in prevalenza alle Regioni che hanno reagito a questo shock, quelle del Nord in cui la Lega ha un ruolo particolare.