Nella seduta del 13 maggio 2020 sono state approvate misure a supporto di famiglie professionisti ed imprese ne l cosiddetto Decreto Rilancio. Il testo ufficiale non è disponibile: oltre 400 pagine compresa relazione illustrativa e duecento articoli, molti di difficile lettura. Dalle ultime bozze emergerebbe che la platea dei professionisti - anche se con alcune prime attenzioni non trova da questi provvedimenti un efficace sostegno. Si è parlato di eliminazione della Irap richiesta da imprenditori sostenuta da Miani per conto dal Cndc e dalla avvocatura. In base alla bozza del decreto, anche i professionisti iscritti all’Ordine non sarebbero tenuti al versamento del saldo Irap per il 2019. A ben vedere si tratta solo di un esonero dal “saldo” e non dalla intera imposta, in quanto l’ importo degli acconti è comunque dovuto.

Sempre rispetto alle anticipazioni, non ci sarebbe l’ obbligo di corrispondere la prima rata pari al 40 per cento dell’ acconto Irap per il 202. Sembrerebbe solo una dilazione perché non vi è la eliminazione dell’obbligo di corrispondere il saldo che sarà pagato regolarmente nel 2020. Quindi un mero differimento di obblighi a fronte di una crisi reddituale che non appare così rapida e, soprattutto, a fronte di una crisi economica finanziaria sistemica. Sempre da una prima lettura, peraltro non agevole vista la messe di richiami legislativi, i contributi a fondo perduto esentasse previsti dall’ articolo 28 della bozza, ingiustamente, non riguarderebbero i professionisti iscritti alle Casse previdenziali autonome di cui all’articolo 44 del “Cura Italia”. Verrebbe invece esteso il bonus di 600 euro anche per il mese di aprile e maggio ( escludendo il computo dell’assegno di invalidità ). Novità di rilievo è il credito di imposta per i professionisti nella misura del 60 per cento dei canoni di marzo aprile maggio. Il tutto condizionato ad una riduzione del fatturato almeno del 50 per cento dei ricavi raffrontando i mesi di marzo aprile maggio 2020 rispetto ai corrispondenti mesi del 2019. Si comprende la necessità di ancorare provvidenze a obiettivi di regola non modificabili, ma il risultato che la norma determina non è comunque utile al fine di indennizzare coloro che subiranno una perdita effettiva ( e che si realizzerà verosimilmente nei prossimi mesi). Per quanto riguarda la Cig in deroga che può essere utilizzata anche dalle libere professioni, dovrebbe essere prevista una proroga e presentazione diretta all’Inps con snellimento della procedura. Si tratta di una disposizione indispensabile considerato che la stragrande parte dei dipendenti degli studi professionali non risultano avere percepito da marzo l’ammortizzare sociale. Le professioni sono comunque disponibili ad un contributo in sede di conversione del decreto, per un suo efficace miglioramento.

* Coordinatore commissione tributaria Cnf