Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto un intervento in occasione della Festa del Lavoro 2020. "Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all'Italia che vuole costruire il suo domani. Non ci puo' essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione. Il lavoro e' stato motore di crescita sociale, economica, nei diritti, in questi settantaquattro anni di Repubblica. Perche' il lavoro e' condizione di liberta', di dignita' e di autonomia per le persone. Consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e di rendere l'intera comunita' piu' intensamente unita. Va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attivita'. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro. Risalta ancora di piu', in questo contesto, il valore del lavoro e, in particolare l'opera svolta da medici, infermieri, altri operatori sanitari, farmacisti, con tanti fra di loro caduti nello svolgimento dei propri compiti. Il lavoro di Forze dell'Ordine, Forze Armate, operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione, pur tra molte difficolta', ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocita' ridotta "Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attivita' produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale e da consentire di far sopravvivere e far compiere un salto di qualita' alla organizzazione delle imprese e alla offerta di servizi, con scelte avvedute, nella consapevolezza che sono destinate a incidere sulla qualita' della vita di ciascuna famiglia, sugli stessi tempi e ritmi della vita quotidiana delle persone. A partire dal lavoro si deve ridisegnare il modo di essere di un Paese maturo e forte come l'Italia. La fabbrica, i luoghi di lavoro, hanno orientato e plasmato i modi di vivere nei nostri borghi e nelle nostre citta', e l'opera stessa delle istituzioni chiamate ad assicurare la realizzazione della solidarieta' politica, economica e sociale prevista dalla Costituzione. La battuta d'arresto che abbiamo subi'to spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell'economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni gia' assunte e in corso di definizione da parte dell'Unione Europea. Molto cambiera' nella vita delle nostre societa'. Questo cambiamento andra' sapientemente governato affinche' la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarieta' ed esclusioni ma sia l'occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l'insopportabile sfruttamento". "Il ruolo degli imprenditori - piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese - appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive. Oggi, mentre celebriamo in modo cosi' diverso dal consueto questo Primo maggio, non possiamo non riconoscere gli importanti traguardi di giustizia sociale conseguiti attraverso le battaglie dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, efficaci strumenti di progresso ed eguaglianza. Le Confederazioni sindacali hanno dedicato questa giornata al lavoro in sicurezza, per rendere solida e non fugace la prospettiva di rilancio. Non puo' esservi - e non vi e' - contrapposizione tra sicurezza, salute e lavoro. E' stata avviata la graduale ripresa della nostra vita sociale e di molte attivita' economiche. La ripresa e' possibile perche' nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosita' dell'epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute". "Non vanno resi vani i sacrifici fatti sin qui se vogliamo assieme riconquistare, senza essere costretti a passi indietro, condizioni di crescente serenita'. Non va dimenticata l'angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus, ne' che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime. Questo richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni. So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilita' dei nostri concittadini - manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalita' - perche', nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza. Sono necessarie indicazioni - ragionevoli e chiare - da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, e' soprattutto decisiva la spontanea capacita' di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilita' di sicurezza per la salute. Attraversiamo un passaggio d'epoca pieno di difficolta'. Riusciremo a superarle. A tutti i lavoratori, alle Stelle al Merito del Lavoro - abitualmente consegnate in tutta Italia in questa ricorrenza - va il saluto piu' cordiale e l'augurio di una rapida ripresa. Buon Primo maggio".