«Non abbiamo ancora vinto, oggi è la festa della Liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus, noi non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico». Domenico Arcuri, commissario per l'emergenza, esordisce così in conferenza stampa, prima di annunciare il massiccio utilizzo di test seriologici a partire dal 4 maggio. «Oggi abbiamo concluso la gara per i test sierologici: hanno partecipato 72 aziende e dal 4 maggio potremo iniziare l’indagine a campione sui primi 150 mila cittadini», spiega il commissario. Non solo, Arcuri si sofferma su uno dei temi centrali di tutta la fase emergenziale, le mascherine, e assicura: «Fisseremo il prezzo massimo e ne distribuiamo un numero sufficiente per le regioni affinché ne mettano da parte una quota. Stiamo anche lavorando per ridurre fino ad azzerare le importazioni», racconta Arcuri.  «Sono 106 le aziende che hanno avuto l’approvazione al loro programma di investimento: le prime 5 hanno già sottoscritto un contratto e ci stanno rifornendo delle loro mascherine». Ma il contributo non arriverà solo dalle aziende private, lo Stato «acquisterà le macchine per produrre le mascherine: arriveremo a produrne presto almeno 25 milioni al giorno, così non dipenderemo dalle importazioni». La vittoria sul virus, ricorda  Arcuri, «non arriverà per decreto ma dipenderà solo da noi e dai nostri comportamenti, soprattutto nei prossimi giorni». Il commissario fornisce anche qualche chiarimento in merito all'app che per il tracciamento. «L’infrastruttura su cui i dati degli italiani risiederanno sarà pubblica e italiana e rispetterà tutte le norme sulla privacy nazionali ed europee. Arriverà ad essere strumento costruito intorno al diario sanitario di chi la userà, sarà non solo alert ma anche per le politiche sanitarie da remoto. I contagiati e i loro contatti stretti potranno colloquiare col sistema nazionale da remoto».