Impossibile lavorare in smart working. Impossibile, forse, lavorare anche in tribunale. Ed è per questo motivo che il Consiglio dellordine degli avvocati e la Camera penale di Napoli hanno deciso di protestare contro lo smart working. Come riporta il Mattino, gli avvocati hanno deciso di non firmare il protocollo proposto dal Tribunale di Sorveglianza per la consultazione del fascicolo attraverso la connessione da remoto. «La mera lettura degli atti non è idonea a garantire il perseguimento di un'adeguata strategia difensiva. Inoltre - si legge nella delibera firmata dal presidente Antonio Tafuri e dal segretario Giuseppe Napolitano -, la peculiarità del giudizio davanti al Tribunale di sorveglianza e le esigenze sottese a tale procedimento rendono incompatibile lo svolgimento delle udienze da remoto a causa della insostenibile compressione dei diritti di difesa e delle facoltà del difensore». Gli avvocati contestano la richiesta di utilizzare il lavoro da remoto anche per la sola visualizzazione del fascicolo. Una soluzione che per gli avvocati risulta inaccettabile. Ma non solo. Loccasione è utile, per lordine napoletano, per chiedere una totale riorganizzazione del palazzo di Giustizia, che «per la sua nota particolare conformazione, richiede una speciale attenzione e, pertanto, adeguati provvedimenti di cautela sanitaria atti ad assicurare la sicurezza dei luoghi». Misure da adottare anche per gli Uffici del Giudice di Pace di Napoli e di Barra, «tenuto conto che ancora oggi per i giudizi innanzi al giudice di pace non è possibile alcuna forma di processo telematico e che, quindi, tutti gli adempimenti (degli avvocati e dei giudici) richiedono necessariamente accesso fisico presso le cancellerie». Ma soprattutto, «risulta allarmante anche la situazione presso la Sezione Distaccata di Ischia e presso gli Uffici del Giudice di Pace di Ischia, di Capri e di Procida, dove le concentrazioni di persone e le ataviche disfunzioni, anche e soprattutto causate dalla carenza di personale, risultano essere la regola irrisolta e dove, allo stato, non si ha notizia di recupero di funzionalità degli uffici né di riduzione dei notevolissimi arretrati e ritardi». Le forme di lavoro agile, sottolineano gli avvocati, «non consentono il collegamento da remoto ai registri informatici se non dai dispositivi del medesimo ufficio per cui, senza la presenza fisica nello stesso, i dipendenti, che conservano giustamente il diritto all'integrale stipendio, non sono messi nelle condizioni di eseguire le ordinarie mansioni loro attribuite e di espletare gli adempimenti necessari alla continuità e completezza del servizio». E in questo clima di emergenza, «larretrato si sta moltiplicando in modo esponenziale proprio per la ridottissima presenza in ufficio del personale, che non riesce a pubblicare le sentenze depositate in questi giorni, né a comunicare i rinvii o a scaricarli nel Sigp». Ad Ischia, il ritardo nel deposito dei decreti ingiuntivi «risale addirittura al mese di ottobre 2019», mentre nelle Cancellerie del Tribunale di Napoli, specialmente nel settore civile e nonostante la chiusura al pubblico esterno, «si stanno accumulando arretrati nella lavorazione dei fascicoli informatici». Per gli avvocati è quindi «necessario e urgente migliorare l'organizzazione degli uffici con la presenza fisica di un numero adeguato di personale in grado di adempiere ai doveri di cancelleria per consentire la ripresa dellattività giudiziaria nella Fase 2 e, nellimmediato, per eliminare gli arretrati, anche con riferimento alle liquidazioni delle competenze in favore degli avvocati per le difese di ufficio o a spese dello Stato». Con riferimento al penale, «è essenziale consentire fuso generalizzato dell'informatica anche per laccesso, a mezzo pec a tutti gli alti e documenti del fascicolo, debitamente scansionati o da depositare informaticamente, sì da consentire ai difensori la conoscenza degli atti senza necessità di accesso fisico alle cancellerie». Da qui la richiesta che il lavoro e le presenze in ufficio del personale amministrativo del comparto giustizia «siano adeguatamente organizzati in modo da garantire leffettiva ripresa dellattività giudiziaria per il 12/5/2020» e che, nel frattempo, «siano recuperati e smaltiti tutti gli arretrati sia con riferimento ai provvedimenti giudiziali da emettere che per ciò che riguarda gli adempimenti di Cancelleria e le liquidazioni dei compensi per le difese di ufficio e a spese dello Stato». Ma viene invocata anche una sanificazione e una disinfezione degli ambienti e «misure organizzative idonee a garantire la massima funzionalità ed efficienza degli uffici e dellattività giudiziaria, tenendosi conto del gran numero di aule di udienza disponibili sia nel civile che nel penale ed eventualmente attrezzando le molte ed amplissime aree inutilizzate del Palazzo di Giustizia», senza dimenticare la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e linstallazione dei necessari dispensers di disinfettante.