Anche se il trend è ancora in calo, i numeri, letti in maniera fredda, sembrano impietosi: sono 77.635 in totale i positivi allo stato attuale, con un incremento di 2.107 casi rispetto a ieri, escluso il numero di decessi e di dimessi, sommati i quali il totale è di 4053. Un numero, quello annunciato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, superiore a quello di ieri, quando i nuovi casi sono risultati 1.648, una cifra determinata da un più alto numero di guarigioni, il più alto dall'inizio dell'emergenza.  Solo 42 i nuovi ricoverati in terapia intensiva, contro i 75 della giornata di ieri. Tra gli attuali positivi, 4.023 sono ricoverati in terapia intensiva, mentre 28.192 sono ricoverati con sintomi. La maggior parte delle persone che hanno contratto il virus, ovvero 45.420, il 59% del totale, si trova invece in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 837, invece, i nuovi deceduti. Il totale dei guariti ammonta a 15.729, 1.109 in più rispetto a ieri. L'aumento percentuale è, dunque, del 4,0%, il più basso dall’inizio dell’emergenza. I numeri confermano dunque il trend della diminuzione dei contagi giornalieri rispetto al totale del giorno precedente, valore più che dimezzato in poco più di settimana, passando dall’8,1% al 4,0%. Roberto Bernabei, ordinario di Medicina interna e geriatria e compenente del comitato scientifico, ha evidenziato la diminuzione dell'incremento dei ricoverati, passati da 1276 il 26 di marzo, a 409 ieri a 397 oggi. E lo stesso riguarda i ricoveri in terapia intensiva, passati dai 120 del 26 marzo ai 42 di oggi. «Questo è un dato che ci dà una fotografia generale dell'andamento e di come il sistema ospedaliero fa fronte a questi numeri, che sono in via di contenimento», ha chiarito.   L'età media delle persone che non ce l'hanno fatta è di 79 anni, nel 70% dei casi uomini, nel 30% donne, che risultano dunque «più resistenti e più forti». Ma il dato conferma che gli organismi più colpiti  - il 52% - hanno tre patologie associate al coronavirus, il 25% due patologie e il 21% almeno una. Solo pochi, dunque, non hanno patologie. E sui 23 deceduti sotto i 40 anni, in 15 presentavano patologie importanti associate. «Uno dei segnali che tutti quanti dobbiamo darci è quello di curare le proprie patologie con attenzione, perché il rischio così diminuisce», ha chiarito Barnabei suggerendo prudenza. Solitamente le patologie concomitanti più frequenti sono insufficienza renale, cardiopatie ischemiche, ipertensione, fibrillazione atriale e diabete, le patologie più frequenti dopo una certa età. «Il problema è curarle con attenzione», ha sottolineato Barnabei.   https://www.youtube.com/watch?v=5EZhE1BTnAM   Rallenta, per il sesto giorno consecutivo anche la crescita dei contagi in Lombardia: i nuovi casi positivi sono 1.047. Ieri l'aumento era stato di 1.154. In calo anche il numero di morti che sono 381, per un totale di 7.199. Ieri il numero dei pazienti che non ce l'hanno fatta era arrivato a 458, l'altro ieri a 416. E migliora anche il dato relativo agli accessi in terapia intensiva: ieri erano 1.330 i pazienti ricoverati in rianimazione mentre oggi sono 1.324, sei in meno.